De Mattei, Rodolfo
Scrittore e storico, nato a Catania nel 1899 e morto a Roma nel 1981. Nella sua città natale compie gli studi fino alla laurea in giurisprudenza. Nel 1927 consegue la libera docenza in storia delle dottrine politiche e nel 1934 vince il primo concorso a cattedra per la stessa materia: inizia così una brillante carriera accademica che, dopo varie tappe, lo vedrà giungere nel secondo dopoguerra all’Università di Roma. I primi scritti di D. M. sono di carattere letterario. Camillo Pellizzi così ne scrive: «poeta in prosa […] dimostra eccezionali qualità inventive ed espressive» (Le lettere italiane del nostro secolo, 1929, p. 371). Su Roma, soprattutto, scrive pagine nelle quali la qualità letteraria si accompagna alle capacità dello storico. Intensa fu la sua attività come collaboratore di giornali, sui quali firmava anche con gli pseudonimi di Aladino e Postumio. Nella storia delle dottrine politiche le sue ricerche spaziano dall’antico fino al contemporaneo, ma la maggior parte di esse verte sui secoli dal Quattrocento al Seicento (fino ad allora molto trascurato). D. M. usa soprattutto far parlare direttamente gli autori studiati e le loro opere: narrare ciò che è accaduto, e ciò che è stato detto e scritto. Forte e duraturo fu il suo impegno nella ricerca di documenti inediti o dimenticati, come anche l’attenzione alla diffusione dei testi (comprese le varianti fra un’edizione e l’altra) e alla presenza di paralleli e plagi (raffinata fu la sua indagine sulle evidenti coincidenze tra Giovanni Botero e Tommaso Campanella). Caratteristica dei suoi studi è anche l’attenzione rivolta agli autori cosiddetti minori, che danno tuttavia il tessuto fitto e articolato del pensiero di un’epoca.
Un buon numero di contributi si concentrano su M., le sue opere e il suo pensiero, inoltre numerosi altri saggi studiano la fortuna (o la sfortuna) di M. e le polemiche suscitate dalle sue opere. Ma tutti i maggiori temi studiati da D. M. (la ragion di Stato, Tommaso Campanella e l’utopia, gli scritti politici anche minori del Seicento) sono strettamente collegati alla riflessione machiavelliana. In questo quadro D. M. fonda la sua interpretazione del pensiero machiavelliano soprattutto su tre elementi: la separazione radicale tra politica e morale operata da M.; la supremazia della politica e dell’operare per lo Stato su ogni altra attività umana; l’attenzione rivolta all’Italia come organismo unitario, benché politicamente diviso.
Bibliografia: S. Testoni, La storia delle dottrine politiche in un dibattito ancora attuale, «Il pensiero politico», 1971, 4, pp. 305-80; L. Russi, Rodolfo De Mattei e la storia delle dottrine politiche, «Trimestre», 1980, 13, pp. 127-34; A.M. Battista, Rodolfo De Mattei, «Trimestre», 1984, 17, pp. 121-26; L. Russi, De Mattei Rodolfo, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 38° vol., Roma 1990, ad vocem; Rodolfo De Mattei, a cura di G. Carletti, «Trimestre», 1993, 26, 2-3, pp. 160-309, nr. monografico; L. Russi, L’opera di Rodolfo De Mattei, in Storici italiani del pensiero politico. Itinerari fra le due guerre, Milano 2002, pp. 27-39; L. Russi, Il passato del presente. Rodolfo De Mattei e la storia delle dottrine politiche in Italia, Pescara 2006 (in partic. pp. 133-42, bibliografia degli scritti di D. M.).