FALVO, Rodolfo
Nacque a Napoli nel 1873.
Praticamente autodidatta, nel 1898 decise di partecipare, come protagonista, alla realtà, confusa e variopinta, del caffè-concerto napoletano. Una decisione, questa, presa dal F. in un momento particolare della sua vita: da poco tempo, infatti, era morto il padre, e repentina era stata la decisione di abbandonare l'incarico ricoperto, fino ad allora, presso l'ufficio delle Regie Poste. L'esordio nella canzone napoletana, come duettista, non fu però felice e ben presto il F. capì che difficilmente avrebbe avuto successo come cantante.
Nel 1904 seppe cogliere l'occasione offertagli da L. Bovio di mettere in musica alcuni suoi versi: dalla collaborazione nacque la sua prima canzone, Napulitana, che ebbe subito un grande successo.
A questa prima collaborazione ne seguirono altre con molti poeti - tra i quali ricordiamo F. Russo, autorevole poeta e giornalista dialettale ed E. Murolo - da cui nacque una fiorente produzione di canzoni, particolarmente apprezzate dall'esigente pubblico di Piedigrotta.
Nel 1911 la Polyphon Musikwerke, notissima casa editoriale tedesca, invitò i principali autori della musica napoletana a pubblicare le loro canzoni. In particolare il F. fu chiamato a musicare versi di L. Bovio, S. Di Giacomo e F. Russo: nacquero così canzoni bellissime, ricche di soavi melodie e contenuti, che scavavano nel profondo dell'animo umano, con una grande quantità e varietà di temi.
I rapporti tra il F. e la Polyphon si interruppero, però, poco prima della prima guerra mondiale quando egli, insieme col Bovio, compose Canzone garibaldina, di chiaro orientamento antiaustriaco che la casa editoriale tedesca rifiutò di pubblicare. Il F. e L. Bovio abbandonarono allora la Poliphon e passarono alla casa editoriale napoletana "La Canzonetta".
L'attività del F. negli anni successivi non conobbe soste: le sue composizioni, infatti, si susseguirono numerose con costante successo e continue richieste da parte delle case editrici.
Il F. morì a Napoli il 4 dic. 1937.
Compositore spontaneo e immediato, il F. appartiene alla schiera di quegli autori che tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento contribuirono alla rinascita della canzone napoletana. Dotato d'una facile vena melodica, oltre che della capacità di caratterizzare psicologicamente situazioni e particolari stati d'animo suggeriti dai testi poetici, seppe interpretare con appassionata partecipazione lo spirito più genuino del popolo napoletano e le sue canzoni, divenute presto successi anche internazionali, come Guapparia, Dicitencello vuie, Canzone a Chiarastella, Tu nun me vuò cchiù bene, appartengono a quel filone popolaresco-sentimentale che ebbe presa immediata sul pubblico. La sua musica è caratterizzata da una grande varietà di temi che si snodano attraverso un fluido e libero fraseggio ove la facile linea melodica d'intonazione quasi popolaresca viene ad essere interrotta da una scrittura nervosa che sottolinea, quando ve ne sia bisogno, l'atmosfera drammatica e malinconica dei testi. Amato dal pubblico, fu stimato anche dalla critica più severa che vide in lui un appassionato interprete dell'anima napoletana e soprattutto un artista che si espresse sempre con uno stile originario e personalissimo.
Tra le canzoni in dialetto pubblicate a Napoli si ricordano: Napulitana (versidi L. Bovio, 1904); Uocchie carraggiunate (A. Falconi-Fieni, 1904); 'A cerenara (L. Mattiello, 1905); La cammarella (L. Bovio, 1905), interpretata per la prima volta da E. Donnarumma; 'A ricciulella (A. Genise, 1907); Quanno à femmena vò filà (G. Irace, 1907); Tarantelluccia (E. Murolo, 1907); Femmene brutte (G. Irace, 1908); Nun chiagnere Carmè (A. Cannese, 1909); Quanno cantava ammore (E. Murolo, 1909), Canzone a Chiarastella (S. Di Giacomo, 1912); 'E garibaldine d'o mare (L. Bovio, 1912); Fenimmula accussì (A. Califano, 1913); Voca luntano (F. Russo, 1913); Guapparia (L. Bovio, 1941); 'O mare 'e Margellina (A. Califano, 1914); 'E ssignurine d'o palazzo (Id., 1916); Pusilleco dorme! ... (E. Murolo, 1916); Chestè primmavera (A. Federici, 1917); Tamurriata nuvella (G.Capaldo, 1917); O sciopero d'ennammurate (L. Bovio, 1919); Canzuncella pe furastiere (G. Pisano, 1925), 'A luna e 'o mare (G. Pisano, 1926); Dicitencello vuie (E. Fusco, 1930); Quanno ce sta 'a salute (C. Letico, 1930).
Tra le canzoni in italiano: Le donne (A. Barbieri, 1904); Canzone garibaldina (L. Bovio, 194, interpretata per la prima volta da E. Donnarumma); Stornellata alla donna (C. De Flaviis, 1922).
Fonti e Bibl.: Necrologi in Il Messaggero e Il Corriere della sera, 5 dic. 1937; V. Paliotti, Storia della canzone napoletana, Milano 1958, pp. 35, 44, 94, 115 s., 120, 131, 136; M. Vajro, Fascino delle canzoni napoletane, Napoli 1962, p. 238; E. De Mura, Encicl. della canzone napoletana, I, Napoli 1968, pp. 272-275; F. Petriccione, Piccola storia della canzone napoletana, Milano 1969, pp. 24, 36, 46, 60, 70, 74, 80 ss., 85 s., 108-111, 131, 136 s., 153, 177; V. Viviani, Storia del teatro napoletano, Napoli 1969, pp. 759, 769, 782 s., 785, 863; S. Di Massa, Storia della canzone napoletana dal '400 al '900, Napoli 1982, pp. 113, 327, 329, 333 s., 360; G. Borgna, Storia della canzone italiana, Bari 1985, pp. 15, 85; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1922, p. 198; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 448; Enciclopedia della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 431; La Nuova Enciclopedia della musica Garzanti, p. 264.