FANTUZZI, Rodolfo
Nacque a Bologna nel 1781 e si formò alla scuola di Vincenzo Martinelli, insieme con il quale fu l'esponente più rappresentativo della pittura decorativa parietale alla fine del XVIII secolo. Nel 1810 fu a Roma, dove probabilmente soggiornò a lungo e dove ebbe modo di completare la sua educazione artistica anche a contatto con la nuova generazione di paesisti europei che di lì a poco dettero esemplificazione delle loro invenzioni. Tuttavia è a Bologna che il F. realizzò le sue opere, dipinti e numerose "stanze a paese", prediligendo sempre il paesaggio, ligio ad una tradizione locale che ebbe radici sin dalla prima metà del Seicento e che fu rappresentata fin oltre la metà dell'Ottocento.
È dunque all'interno di questa "specialità" della pittura decorativa bolognese che va inquadrato il percorso del F., al quale il Bosi (1859) attribuiva prerogative geniali nell'aver seguito "il vero della natura" e nell'aver superato il suo maestro "nello splendore dell'aria e nella vivacità del colorito", un giudizio esagerato, mentre con più equilibrio Pietro Giordani (1846) riconosceva nel F., in confronto con il Martinelli, un maggiore rigore compositivo e nitore della visione, incline all'eroico e al sublime più che all'arcadico.
Nei dipinti del F. che si sono conservati appare evidente una aderenza al vero, anche se sempre molto idealizzata e con frequenti allusioni e reminiscenze letterarie: la Veduta dell'ingresso di Villa Borghese (Bologna, Collezioni comunali d'arte), "non esente da accademismi ... e di notevole valore iconografico" (Zucchini, 1938); due Paesaggi su tela di palazzo Bianconcini "di colorito pesante" (Zucchini-Longhi, 1935); due "corrette scene di paese" (ibid.) del Museo Davia Bargellini di Bologna; alcuni paesaggi di collezioni private, tra i quali si segnala Saffo consolata da Venere (Bologna, coll. Weiss; cfr. Roli, 1977, tav. 380b), tratta dai famosi Amori di Ludovico Savioli. La produzione più apprezzata del F. rimane quella delle stanze ornate "alla boschereccia" o "stanze di paese" all'interno dei palazzi e delle ville bolognesi, dove inventò "un genere che, mentre dilata all'estremo il quadro di paesaggio portandolo alle dimensioni del vano ambientale, applica ad un tempo criteri scenografici utili ad organizzare unitariamente la decorazione, con effetto di illusionistico plein air che inaugura una formula nuova e preromantica" (Roli, 1977, p. 70).
Tra queste opere la più celebrata rimane quella di palazzo Hercolani eseguita tra il 1815 e il 1816 ed inserita all'interno di un più vasto piano decorativo. Nello stesso palazzo il F. doveva aver lavorato accanto al Martinelli e a G. Bigari poco prima che quest'ultimo morisse nel 1797 (cfr. L'arte del Settecento emiliano..., 1979, p. 341, ill. 359). Nell'intervento ottocentesco il F., con un immaginoso rilancio dell'illusionismo prospettico-scenografico, dipinse al piano terra del palazzo la fantastica rappresentazione di un giardino signorile, dove un tempietto dorico, balaustre, statue neoclassiche si alternano a piante che occupano tutte le pareti e salgono alla volta: l'intento era di abolire la parete a vantaggio di una natura saggiamente ordinata.
Il F. realizzò successivamente una sala simile a quella di palazzo Hercolani nella villa Cavazza a Belpoggio, poi demolita; sono ancora visibili le pitture a tempera di palazzo Malvasia e di palazzo Garagnani, valenti documenti del paesismo bolognese. Il F. eseguì infine alcune prospettive dipinte tra cui si ricordano quella all'entrata del collegio "Venturoli" (1825) e la prospettiva nel cortile di palazzo Zambeccari, entrambe realizzate in collaborazione con Luigi Cini (Architetture dell'inganno..., 1991).
Al F. vanno assegnate tre tempere un tempo di proprietà Ricci-Curbastro ed ora nelle collezioni della Cassa di risparmio di Bologna, già attribuite al Martinelli (Emiliani-Varignana, 1973) ma affini agli esiti del F. per il tratto pittorico e le allusioni di imminente arcadia romantica.
Opera del F. è anche un taccuino (firmato e datato 1830) di disegni, contenente 34 fogli con vedute e schizzi di volti, di proprietà della fondazione Cini di Venezia (Zauli, 1979).
Il F. morì a Bologna nel 1832.
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca com. dell'Archiginnasio, ms. B 104: M. Oretti, Le pitture che si ammirano nelli palaggi, e case de' nobili della città di Bologna..., c. 38; M. Gualandi, Dell'Esposizione di belle arti in Bologna nel 1835, Firenze 1835, p. 20; G. Bianconi, Guida del forestiere per la città di Bologna..., Bologna 1835, pp. 38 s., 116; P. Giordani, Opere, I, Firenze 1846, p. 66; G. Bosi, Manuale pittorico felsineo, Bologna 1859, p. 28; Mostra del Settecento bolognese (catal.), a cura di G. Zucchini-R. Longhi, Bologna 1935, 1909; G. Zucchini, Catalogo delle collezioni d'arte di Bologna, Bologna 1938, p. 149; Id., Paesaggi e rovine nella pittura bolognese del Settecento, Bologna 1947, pp. 62 S. e tavv.; G. Cuppini-A. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1967, pp. 329-362; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1968, p. 57; A. Emiliani-F. Varignana, Le collezioni d'arte della Cassa di risparmio in Bologna. I dipinti, Bologna 1973, pp. 396 s., nn. 88 ss.; IlMuseo francescano (catal.), Roma 1973, p. 76; R. Roli, Pittura bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, Bologna 1977, ad Indicem; L'arte del Settecento emiliano. Architettura, scenografia, pittura di paesaggio (catal.), Bologna 1979, pp. 316, 341; P. Zauli, A proposito di R.F., in Strenna storica bolognese, XXIX (1979), pp. 380-395; IlMuseo Davia Bargellini, a cura di R. Grandi, Bologna 1987, p. 128 n. 56; F. Varignana, Paesaggio del primo Ottocento e "petits maîtres" bolognesi, Bologna 1988, p. 58; D. Biagi Maino, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, 1, p. 297; O. Bergomi, ibid., II, p. 712; Architetture dell'inganno. Cortili bibieneschi e fondali dipinti nei palazzi storici bolognesi ed emiliani, a cura di A.M. Matteucci-A. Stanzani, Bologna 1991, pp. 232-243 s.; Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, IV, p. 306; Dizionario della pittura e dei pittori, Torino 1990, II, pp. 259 s.