Rodolfo I d'Asburgo Re di Germania
Re di Germania (castello di Limburg, Brisgovia, 1218-Spira 1291). Figlio di Alberto IV il Saggio, conte di Asburgo; fu partigiano di Federico II e degli svevi nelle lotte con il papato, e da essi ebbe in feudo San Blasio e la Foresta Nera; aveva già ereditato (1239) dal padre la contea di Asburgo. Mediante il suo matrimonio con Gertrude di Hohenberg ampliò ancora i suoi domini nell’Alsazia superiore, dove contrastò vittoriosamente le mire dei vescovi di Basilea e di Strasburgo. Fu pertanto uno dei più importanti principi della Germania sudoccidentale e, sebbene non fosse principe elettore e fosse anche fautore degli svevi (ancora nel 1268 aveva partecipato alla spedizione italiana di Corradino, giungendo fino a Verona), fu eletto (1273) a Francoforte re di Germania (re dei romani) e incoronato ad Aquisgrana. La sua elezione, favorita anche dal papato che intendeva costituire un contrappeso all’egemonia angioina in Italia, pose fine al Grande interregno (apertosi nel 1250 con la morte di Federico II) e segnò l’inizio dell’ascesa della casa d’Asburgo. Da Ottocaro II di Boemia R. pretese infatti la restituzione dell’eredità dei Babenberg, cioè dell’Austria, della Stiria, della Carinzia e della Carniola, perché beni dell’impero, e la ottenne, dopo una campagna militare, con la Pace di Vienna del 1276; dopo la morte di Ottocaro, che si era nuovamente ribellato ed era stato battuto nella battaglia di Dürnkrut (1278), R. estese la sua influenza anche in Boemia, prima con il conferimento della reggenza a Ottone V di Brandeburgo e poi permettendo al figlio di Ottocaro, Venceslao II, di salire al trono in accordo con la politica asburgica. Dei territori recuperati, concesse (1282) l’investitura dell’Austria, della Stiria e della Carniola ai suoi figli Alberto I e Rodolfo II, e della Carinzia (1286) al conte Mainardo del Tirolo, suo fautore. La politica di R. non riuscì di gradimento a molti principi tedeschi, preoccupati della potenza acquistata dalla casa di Asburgo. Soprattutto per tale motivo non si realizzò la speranza di R. di poter cingere anche la corona imperiale in Roma.