RODOLFO II re di Borgogna
Succeduto nel 912 al padre, ne riprese con maggior fortuna la politica d'espansione. Alla morte dell'imperatore Corrado I, tentò di estendere i suoi possessi dalla parte della Germania. Ma nel 919 fu battuto e respinto da Burcardo, duca di Svevia. Politico accorto, dove non era riuscito con le armi, giunse con la diplomazia. Sposò nel 922 Berta, figlia di Burcardo, il suo vincitore di tre anni prima, e lo stesso anno riusci a farsi cedere dall'imperatore Enrico I i territorî posti tra l'Aar e la Reuss offrendo in cambio, come pare, la lancia di Costantino in cui era incastonato un chiodo della Croce. L'Italia e la politica italiana costituirono successivamente le nuove mire del re borgognone e ne occuparono intera l'attività. Nel 921 alcuni signori dell'Italia settentrionale ribelli a Berengario I si rivolsero a Rodolfo. Penetrato in Italia dal gennaio 922, alla fine del luglio 923 a Fiorenzuola presso Piacenza, con una grande vittoria, ottenne signoria su gran parte della penisola. Pochi mesi dopo, schiere di Ungheri, chiamati forse da Berengario, invadevano i territorî alpini; Rodolfo II e Ugo di Provenza accorsi con sufficienti forze riuscivano a sconfiggere e a disperdere i nemici. Ma nel 926, morto ormai Berengario, un competitore sorgeva a contendere a Rodolfo il potere acquistato nella penisola, in persona dello stesso Ugo di Provenza. In soccorso del genero, Burcardo di Svevia univa le sue forze a quelle del re borgognone, ma nell'aprile del 926 cadeva in battaglia campale a Novara; Rodolfo II, abbandonato dai suoi, ritornò in Borgogna. Si rifece del tempo perduto a spese della dinastia provenzale: morto nel 928 Luigi il Cieco, si annetteva la Provenza. Ugo, cui toccava in eredità il reame, accettò di lasciargliene il dominio, chiedendo ed ottenendo per contro piena libertà d'azione in Italia. Morì nel 930. Delle sue figlie, Berta e Adelaide, la seconda sposò Lotario re d'Italia e, in seconde nozze, Ottone il Grande. Al figlio, Corrado il Pacifico, nonostante le pretese dei Carolingi del ramo francese, riuscì ad assicurare i suoi dominî.
Bibl.: Oltre alle opere ricordate nella bibl. di Rodolfo I: D. Plancher, Histoire de Bourgogne, I, Digione 1739; Forel, Regeste de la Suisse romande, in Mém. de la Soc. d'hist. de la Suisse romande, XIX (1862); E. Dümmler, Gesch. des ostfränkischen Reichs, voll. 3, 2ª ed., Lipsia 1887-88.