RODOLFO il Nero (Radulphus Niger)
Cronista e teologo inglese, fiorito tra il 1160 e il 1210. Dato il grande interesse che mostra verso cose e persone dell'ordine cisterciense, è lecito supporre che vi appartenesse; ma non si hanno notizie biografiche, e le poche tradizionali posano soltanto sulla fede di eruditi del secolo XVI. In certa sua prefazione a un'opera teologica dice di avere studiato a Parigi sotto Gerard la Pucelle. Pare che vi abbia anch'egli insegnato retorica e dialettica. Sta di fatto che egli stesso si nomina come magister. Seguace appassionato di Tommaso Becket, lo seguì nell'esilio in Francia, stigmatizzando con violenti attacchi nelle sue cronache la condotta del re Enrico II d'Inghilterra. Fu certo in rapporti con Giovanni di Salisbury, com'è attestato da due lettere.
Come storico merita attenzione, perché è l'unico inglese che estenda il suo interesse oltre l'isola e ehe mostri l'intento di perseguire nel corso dei secoli i rapporti tra gli stati secolari e la Chiesa. Compose due Cronache, la prima delle quali giunge fino al 1168, e fu da altri continuata sino al 1178, la seconda sino al 1194 se non anche sino al 1205, se si tiene conto del riferimento all'arcivescovo Uberto di Canterbury. La prima cronaca, più importante, si fonda sulla storia ecclesiastica di Ugo di Fleury, ma in seguito R., per i secoli dal IX all'XI, pur valendosi della cronaca di Sigeberto Gemblacense, mostra di avere conoscenza della storiografia occidentale. Benché attinga da Guglielmo di Malmesbury, a partire dalla morte di Urbano II, anche nella narrazione di cose inglesi egli si palesa affatto emancipato. Aggiunse una Serie dei re d'Inghilterra, per la quale, pur procedendo in modo personale, attinse da Goffredo di Monmouth. La seconda cronaca si chiude con un ritratto ostile di Enrico II. Essa fu continuata dall'abate Rodolfo di Coggeshall. Secondo l'indicazione dí un codice avrebbe composto anche le seguenti opere: 1. Septem digesta supper Eptaticum; 2. Moralia in Libros Regum; 3. Epitome Veteris Testamenti, 4. Remedia in Esdram; 5. De re militari et de tribus viis Hierosoly mae; 6. De quatuor festis beatae Mariae Virginis, 7. De interpretatione Hebraeorum nominum. Ma soltanto le ultime tre sussistono ancora.
Ediz.: Sono state stampate una sola volta, non criticamente: Radulfi Nigri Chronica, a cura di R. Anstruther, Londra 1851. Edizione parziale in Pertz, Monum. Germ. Histor., Scriptores, XXVII, pp. 331-41.
Bibl.: T. Wright, Biographia Britannica Litter., II (1846), pp. 422-23; R. Pauli, Die Chroniken des Radulfus Niger, in Nachrichten v. d. k. Gesellschaft d. Wiss. zu Göttingen, 1880, pp. 569-89.