SILVESTRI, Rodolfo
SILVESTRI, Rodolfo. – Nacque a Bologna, da Stefano bolognese. Il nome della madre non è noto.
Studiò filosofia e medicina presso lo Studium della sua città natale, dove ottenne i gradi il 24 luglio 1571 (Alidosi, 1623, p. 167). Ebbe tra i suoi professori Gerolamo Cardano con il quale stabilì un legame molto stretto che durò fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1576.
Durante i suoi studi, per quattro anni, Silvestri dimorò in casa di Cardano per il quale svolgeva le funzioni di scrivano. Già in un testamento redatto a Bologna il 18 gennaio 1566, Cardano esprimeva la volontà di lasciare al suo allievo un anello e una pensione di tre anni che avrebbero dovuto consentirgli di proseguire gli studi presso l’Università bolognese (Bertolotti, 1882, p. 639). Silvestri intervenne come testimone nell’ambito del processo che il medico milanese aveva intentato nel luglio del 1569 contro il figlio Aldo (Rivari, 1907, p. 168). Nell’aprile del 1570, egli viveva ancora presso il suo maestro, dove fu testimone di uno dei 'prodigi' che Cardano riporta nella sua autobiografia (Cardano, 1643, p. 229). Il 6 ottobre 1570, quando il medico milanese fu arrestato per ordine del Tribunale dell’Inquisizione, Silvestri scelse di seguirlo in carcere (ibid., pp. 230-232). Nel settembre del 1571, i due partirono insieme per Roma. Nell’ultimo testamento di Cardano, redatto nella città dei papi, nell’agosto del 1576, Silvestri è indicato come beneficiario di venti libri della biblioteca personale dell’anziano maestro e soprattutto come la persona che avrebbe dovuto curare la pubblicazione di alcuni dei suoi lavori rimasti inediti e difendere il suo nome e la sua fama (Bertolotti, 1882, p. 659). I manoscritti di Cardano restarono effettivamente in possesso di Silvestri fino alla sua morte, quando passarono al medico Fabrizio Cocanaro.
A Roma, Silvestri si inserì rapidamente nell’ambiente medico cittadino. Il 24 novembre 1576, entrò a far parte del Collegio dei medici per sostituire Cardano recentemente morto (Archivio di Stato di Roma, Università, b. 48, c. 97r). Molto attivo all’interno dell’istituzione, Silvestri svolse diverse funzioni. Nel 1581 fu incaricato assieme al collega Pietro Crispo di seguire la la preparazione dell’Antidotario romano, che venne pubblicato nel 1583 (ibid., b. 48, c. 173r). Ricoprì poi almeno tre volte (1591, 1596 e 1597) le funzioni di protomedico del Collegio, massima carica della medicina romana.
Dalla fine degli anni ’80 del Cinquecento, Silvestri cominciò anche a essere sollecitato dagli ambienti pontifici. Dopo la morte di Sisto V, venne designato medico del conclave, carica che ricoprì anche durante i conclavi che portarono all’elezione di Urbano VII, di Clemente VIII e di Leone XI (Marini, 1784, pp. 469 s). Fu scelto come medico personale da Gregorio XIV, durante il breve pontificato del quale (dic. 1590 - ott. 1591) risiedette presso il Palazzo apostolico (Biblioteca apostolica Vaticana, Ruoli, 104, c. 6v).
Poco dopo il suo arrivo a Roma, Silvestri iniziò a frequentare l’Oratorio della Vallicella, in quanto medico e devoto. In diverse occasioni si trovò a visitare Filippo Neri e, in particolare, lo assistette durante l’ultima malattia nella primavera del 1595. Pur senza ricoprire un ruolo attivo, partecipò all’autopsia del futuro santo oratoriano e intervenne a più riprese nel corso del processo che portò alla canonizzazione di quest’ultimo. In questo contesto, testimoniò nelle vesti di medico su quanto aveva potuto osservare durante le infermità di Filippo Neri, interpretando le spettacolari palpitazioni di quest’ultimo come un fenomeno miracoloso e soprannaturale. Riferì poi di una 'guarigione miracolosa' della quale egli stesso sarebbe stato l’oggetto per intercessione del santo recentemente morto. Infine, assieme ad Andrea Cesalpino e ad Antonio Porto fu uno dei medici che, nella primavera del 1599, effettuarono le indagini sul corpo di Filippo Neri che era stato riesumato per verificarne l’eventuale incorruttibilità. Il 13 maggio di quell’anno Silvestri stilò un dettagliato rapporto sulla ricognizione effettuata (Incisa della Rocchetta - Vian, 1958, pp. 227-232).
L’unica attività editoriale di Silvestri è legata all’incarico che ricevette da Cardano di rendere pubblica la sua produzione inedita. Tuttavia egli adempiette solo parzialmente al compito affidatogli, pubblicando esclusivamente l’Opus novum cunctis de sanitate tuenda, ac vita producenda studiosis apprime necessarium: in quatuor libros digestum, una summa del sapere di Cardano in materia di medicina preventiva. L’opera uscì nel 1580 per i tipi di Francesco Zanetti, per poi essere ripubblicata nel 1582 a Basilea.
L’edizione romana fu finanziata da Gregorio XIII e a lui dedicata, secondo le indicazioni ricevute da Cardano. Nel frontespizio dell’opera Silvestri si definisce discipulus del medico milanese. All’interno dell’epistola dedicatoria al pontefice tesse un elogio di Cardano, rivendica il suo ruolo di erede spirituale del suo maestro e di depositario della sua opera inedita, descrive i principali manoscritti dei quali è in possesso ed esplicita la sua intenzione – che mai si concretizzò – di pubblicarli invocando a questo fine l’aiuto del pontefice. La dedica è anche l’occasione per il membro del Collegio dei medici, di fare un’apologia della nobiltà dell’ars medica e di indirizzare dure critiche contro quanti – chirurghi, speziali e barbieri – si arrogavano il diritto di praticare la medicina senza averne le competenze e lo statuto necessari, recando così gravi danni alla comunità (Opus novum, [a2r-a3r]).
Silvestri morì a Roma tra gli onori il 26 dicembre 1609 e venne sepolto nella chiesa della Vallicella (Incisa della Rocchetta - Vian, 1963, p. 197, n. 612).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio di Stato di Roma, Università, bb. 48-49; Biblioteca apostolica Vaticana, Ruoli, 100, c. 6r; 101, c. 7r; 102, c. 63; 103, c. 63; 104, c. 6v.
C. Durante, Herbario nuovo, Roma 1585, f. †5r ; A. Gallonio, Vita Beati Philippi Neri, Moguntia 1602, pp. 449 s.; G.N. Alidosi, I dottori bolognesi di teologia, filosofia, medicina, e d’arti liberali dall’anno 1000. per tutto marzo del 1623. Bologna 1623, p. 167; P.G. Bacci, Vita di s. Filippo Neri fiorentino fondatore della congregatione dell’oratorio. Raccolta da’ processi fatti per la sua canonizatione, Roma 1642: l. I, cap. 6, p. 19; l. II, cap. 10, p. 160; l. IV, cap. 1, p. 331; l. VI, cap. 12, p. 460; G. Cardano, De propria vita liber, Parigi 1643, f. iii3, p. 157, 229, 230-232; B. Baldi, Del vero opobalsamo orientale discorso apologetico, Roma 1646, p. 107; G. Marini, Degli archiatri pontifici. Roma 1784, pp. 469-471; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VIII, Bologna 1790, pp. 7 s.; A. Bertolotti, I testamenti di Girolamo Cardano: medico, filosofo e matematico nel secolo 16, in Archivio storico lombardo, IX (1882), 4, pp. 626, 630, 639, 659; E. Rivari, Girolamo Cardano accusa e fa bandire da Bologna per furto il figlio Aldo, in Studi e memorie per la storia dell'Università di Bologna, I, parte 1, Bologna 1907, pp. 143-180, e in partic. pp. 148-149, 151 s., 168-170; G. Incisa della Rocchetta - N. Vian, Il primo processo per san Filippo Neri: nel Codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell'Archivio dell'Oratorio di Roma, I, Città del Vaticano 1957, pp. 67, 227-229; II, ibid. 1958, pp. 227-232; IV, ibid. 1963, pp. 98, 197n; G. Gliozzi, Cardano, Gerolamo, in Dizionario Biografico degli Italiani, XIX, Roma 1976, s.v.; N. Siraisi, The clock and the mirror: Girolamo Cardano and Renaissance medicine, Princeton (NJ) 1997, pp. 226, 228; La circolazione dei manoscritti cardaniani: alcuni documenti, a cura di M. Baldi - G. Canziani, Milano 1999, pp. 480 s.; N. Siraisi, Medicine and the italian universities: 1250-1600, Leiden 2001, pp. 365, 371; I. Maclean, Girolamo Cardano: the last years of a polymath, in Renaissance Studies, XXI (2007), 5. pp. 587‑607: 594; E. Andretta, Roma medica. Anatomie d’un système médical du XVIe siècle, Rome 2011, pp. 92 s., 174.