CARO, Rodrigo
Umanista spagnolo, nato a Utrera nel 1573, morto a Siviglia il 10 agosto 1647. Si licenziò in diritto all'università di Osuna (1590-96); prese gli ordini ecclesiastici ed esercitò per oltre venti anni l'avvocatura nella sua città natale. Si trasferì quindi a Siviglia, dove le sue numerose cariche ecclesiastiche non lo distrassero dagli studî. Le sue opere abbracciano la storia, l'archeologia e la numismatica; ma la passione dell'umanista lo tenne talvolta di qua dalla sana critica. Non solo nelle Antigüedades y principado de la ilustrísima ciudad de Sevilla (Siviglia 1634) e nelle Inscripciones y antigüedad de Utrera (Osuna 1622) si giovò delle false cronache di Flavio Lucio Destro e di Marco Massimo, ma ne difese l'autenticità (1627). L'erudizione del C., quando non si strema nel puro fatto biografico (Claros Varones en letras naturales de Sevilla), ma spazia nella storia, si traduce in commosse rievocazioni del passato e ha la sua voce eloquente nella poesia delle cose periture: come nella celebre canzone A las ruinas de Itálica, di cui sono riflessi le poesie A Sevilla e A Carmona. Il C. fu buon poeta latino e tradusse felicemente dal latino; ma l'opera sua più vitale restano i sei dialoghi Dias geniales ó lúdicros (ed. in Obras, Siviglia 1883-84) che illustrano i giochi giovanili di Grecia e di Roma e documentano credenze e tradizioni del popolo spagnolo.
Bibl.: M. Menéndez y Pelayo, Estudios de crítica literaria, s. 1ª, Madrid 1884, pp. 155-219.