CENCI, Roffredo
Figlio di Giovanni, è ricordato per la prima volta nelle fonti a proposito della sua nomina senatoriale che cadde in un momento particolarmente critico nella storia di tale magistratura. Sullo scorcio del 1203 si doveva procedere a nuove elezioni: il popolo - dopo avere organizzato tumulti contro il senatore unico Pandolfo della Suburra, ostile al conte di Poli nella controversia in atto fra quest'ultimo e Riccardo. Conti, a proposito del possesso delle terre in Sabina - chiedeva si tornasse al Senato di 56 membri, nella speranza di far rientrare nel numero anche i propri rappresentanti. Poiché Innocenzo III giaceva gravemente ammalato ad Anagni, i cardinali nominarono dodici mediani che provvedessero alla scelta dei senatori, ma i mediani, per iniziativa di un popolare che capeggiava i rivoltosi, Giovanni di Staccio, vennero fatti prigionieri e ricattati perché ognuno di loro si esprimesse a favore di almeno due senatori graditi al popolo. In tale situazione dové essere nominato anche il Cenci.
Gli avvenimenti successivi sono noti: il netto rifiuto di Pandolfo di consegnare il Campidoglio ad altri che non fossero della sua parte provocò una scissione fra i neoeletti, e quelli di loro che erano di estrazione popolare si insediarono nel monastero di Donna Rosa (attuale S. Caterina dei Funari) nei pressi dell'abitazione di Giovanni Staccio. Dopo vari contrasti, il 26 ott. 1204, per iniziativa di Innocenzo III, si addiveniva a un accordo: Cencio cancelliere del Comune redigeva un istrumento nel quale il pontefice e suo fratello Riccardo, per la Chiesa, e Giovanni di Leone Rainerii, Giovanni Capocci e il C. per il Senato ed il popolo romano, s'impegnavano ad accettare il lodo che quattro arbitri avrebbero pronunciato sulla questione delle terre di Gregorio di Poli, della torre di Riccardo Conti e innanzitutto del Senato. Il C. fece parte anche della commissione arbitrale, accanto a Stefano di Romano Carzoli, Giovanni di Bartolomeo e Pietro iudices primicerii: fu riconosciuto il diritto del pontefice di nominare i senatori e, successivamente, per evitare nuovi disordini, ne furono nominati 56, salvo tornare nella primavera del 1205, una volta placate le acque, al senatore unico, nella persona di Pandolfo della Suburra. Non si conoscono altre notizie del C. fino al 1220, quando - in un documento del 12 giugno - in qualità di proconsole romano e podestà di Orvieto, coadiuvato dal Consiglio speciale e generale di quel Comune, nominava un procuratore per stipulare la pace con Todi, cui si riconoscevano, dopo lunghe contese, i diritti sul castello.di Montemarte. Ancora podestà di Orvieto nel 1221 - il 20 ottobre, infatti, eleggeva due procuratori-incaricati di rinnovare il patto di alleanza con Siena -, dové cessare dalla carica alla fine di quell'anno: in un documento relativo al pagamento degli emolumenti dovutigli dal Comune orvietano, dell'8 maggio 1222, compare il nuovo podestà Tommaso Cazanimici, e in un altro di contenuto analogo, del 10 maggio, il C. è ricordato esplicitamente come podestà dell'anno precedente. Non sappiamo quando sia morto: in un istrumento di vendita del 3 nov. 1242 suo figlio Roffredo è detto "olim Roffredi Iohannis Cinthii".
Fonti e Bibl.: Codice diplom. della città di Orvieto. Documenti e regesti dal secolo XI al XV e la Carta del popolo, a cura di L. Fumi, Firenze 1884, pp. 90, 92 s., 97 s.; Codice diplom. del Senato romano dal 1144-1347, I, a cura di F. Bartoloni, Roma 1948, in Fonti per la storia d'Italia, LXXXVII, pp. 92 ss. n. 57; G. M. Vendettini, Del Senato romano, Roma 1782, p. 212; A. Vitale, Storia diplom. de' senatori di Roma dalla decadenza dell'Impero romanofino ai nostri tempi, I,Roma 1791, p. 79; L. Pompili-Olivieri, Il Senato romano, I, Roma 1886, pp. 184 s.; C. Fraschetti, I Cenci. Storia e docum. dalle origini al secoloXVIII, Roma 1935, pp. 60, 185 s.; P. Brezzi, Roma e l'Impero medioevale (774-1252), Bologna 1947, pp. 395-398.