Vadim, Roger (propr. Plemiannikov, Roger Vadim)
Regista e sceneggiatore francese, nato a Parigi il 26 gennaio 1928 e morto ivi l'11 febbraio 2000. Nono-stante abbia diretto più di trenta film, V. è rimasto indissolubilmente associato al grande, e ineguagliato, successo del primo, Et Dieu créa la femme (Piace a troppi) che nel 1956 fece scandalo per i suoi toni trasgressivi e provocatori inaugurando un'epoca di profondi cambiamenti di costume. Anticonformista senza eccessi, protagonista delle cronache mondane, affascinante seduttore e scopritore di dive (Brigitte Bardot, Annette Stroyberg, Catherine Deneuve e Jane Fonda), pur adottando alcune caratteristiche stilistiche che sarebbero state ereditate dalla Nouvelle vague, V. realizzò un cinema essenzialmente di consumo. I suoi film, nati come compromesso con le mode di mercato, da lui stesso talvolta inaugurate, mantengono tuttavia alcuni aspetti genuini e gradevoli, in particolare uno sguardo documentaristico sul paesaggio.
Di famiglia franco-ucraina, V. iniziò la carriera professionale nel 1944 come attore di teatro; tre anni più tardi passò al cinema come assistente del regista Marc Allégret, attività che proseguì fino al 1956, integrandola con quella di sceneggiatore, dialoghista, giornalista di "Paris-Match" (tra il 1953 e il 1955) e autore di trasmissioni televisive. Al debutto cinematografico, Et Dieu créa la femme ottenne un immediato successo che superò ben presto le aspettative commerciali. Grazie alla bellezza e al comportamento anticonvenzionale e scandalistico della protagonista, interpretata da una Brigitte Bardot fino ad allora sconosciuta, il film divenne il simbolo di un cambiamento generazionale. Lo stile di V. si impose presso il grande pubblico per via della nuova raffigurazione del corpo femminile, in un'aura di lirismo ed estetismo di facile impatto, che il regista avrebbe riproposto nei film successivi: Sait-on jamais? (1957; Un colpo da due miliardi), Les bijoutiers du clair de lune (1958; Gli amanti del chiaro di luna), Les liaisons dangereuses (1959; Relazioni pericolose), rilettura in chiave moderna del romanzo di P.-A.-F. Choderlos de Laclos. In … Et mourir de plaisir (1960; Il sangue e la rosa), tratto dal romanzo Carmilla di J. S. Le Fanu, V. esplorò invece nuovi meandri di erotismo e provocazione nel filone del vampirismo, mentre in Château en Suède (1963; Il castello in Svezia) ironizzò sulla formula del soprannaturale deviandola verso il gioco perverso e criminoso. Nella direzione opposta, il regista poté affrontare la commedia di ambientazione giovanile, genere di successo in quegli anni in Italia e in Francia, in La bride sur le cou (1961; A briglia sciolta). Ma il film che forse più rispecchia l'ideologia dell'autore, e l'entourage culturale di un certo esistenzialismo alla moda, è Le repos du guerrier (1962; Il riposo del guerriero), nel quale il regista mise in luce l'aspetto istrionesco ed eccentrico della personalità di un giovane intellettuale in conflitto con la sua vena artistica.
Nel 1964 volle affrontare l'ambizioso progetto di portare sullo schermo La ronde (1964; Il piacere e l'amore), tratto da A. Schnitzler, e tre anni più tardi poté sperimentare nuove invenzioni nella fantascienza psichedelica con Barbarella (1967), sexy eroina intergalattica interpretata da Jane Fonda e ispirata ai fumetti di J.C. Forest. Dopo Histoires extraordinaires o Tre passi nel delirio (1968), film a episodi diretto insieme a Federico Fellini e Louis Malle, V. realizzò in America, con risultati scadenti, il thriller Pretty maids all in a row (1971; … E dopo le uccido) e alcuni anni più tardi il remake And God created woman (1987; E Dio creò la donna) con Rebecca DeMornay, che testimonia dell'assoluta impossibilità di ridare vita a provocazioni appartenenti ormai a un'altra epoca.
V. prese anche parte come attore ad alcuni film di successo, tra cui Rich and famous (1981; Ricche e famose) di George Cukor e Into the night (1985; Tutto in una notte) di John Landis. Nel 1986 pubblicò, con grande riscontro di pubblico, un libro di memorie dal titolo D'une étoile l'autre.
M. Frydland, Roger Vadim, Paris 1963.