Medvedev, Roj Aleksandrovic
Storico russo (n. Tbilisi 1925). Laureatosi in filosofia all’univ. di Mosca, ha lavorato presso l’Accademia delle scienze pedagogiche (1960-70). Figlio di un bolscevico scomparso nelle purghe staliniane, è stato uno dei più attivi esponenti del dissenso in URSS, diffondendo la concezione di un socialismo democratico che non metteva in discussione la funzione guida del partito. Espulso nel 1969 dal PCUS, membro del Comitato sovietico per la difesa dei diritti dell’uomo, M. è stato (1970) coautore, insieme ad A.D. Sacharov e V.A. Turčin, di una lettera programmatica indirizzata al Comitato centrale del PCUS, nota come il Manifesto dei tre scienziati. Rientrato nel PCUS nel 1989, è stato eletto al Congresso dei deputati del popolo e al Soviet supremo dell’URSS. Membro del comitato centrale del PCUS (1990-91), ha appoggiato la politica di riforme di Gorbačëv; con quest’ultimo ha continuato a collaborare anche dopo il dissolvimento dell’URSS e nel 1991 è stato fra i fondatori del Partito socialista del lavoro. Tra i suoi libri usciti in Italia ricordiamo: Lo stalinismo. Origini, storia e conseguenze (1972); La rivoluzione d’ottobre era ineluttabile? (1976); La democrazia socialista (1977); Gli ultimi anni di Bucharin (1979); Ascesa e caduta di Nikita Chruščev (1982); Tutti gli uomini di Stalin (1984); L’Urss che cambia (in collab. con G. Chiesa, 1987).