rollover
Strategia che consiste nel rinnovare sistematicamente una posizione (➔) in contratti derivati o in strumenti finanziari, chiudendo alla scadenza la posizione aperta e accedendo contemporaneamente a una nuova con scadenza futura. In particolare, termine usato per indicare il sistematico reinvestimento alla scadenza (➔) sia del capitale sia degli interessi o dei frutti generati da obbligazioni di breve durata (per es., BOT semestrali), in altre obbligazioni dello stesso tipo e con la stessa durata. Nei Paesi anglosassoni indica anche il reinvestimento della liquidazione di una quota di un fondo pensione, ottenuta in seguito a chiusura di un rapporto di lavoro, in altro fondo o in un piano pensionistico individuale.
Spesso, l’esigenza del r. nasce da posizioni in contratti futures (➔) utilizzati a scopo di copertura e con scadenze molto più corte di quelle dell’operazione (per es., in valuta o in merci) da coprire. Per spiegare il funzionamento, se si è programmato di vendere per contanti una partita di grano fra 9 mesi e si teme un ribasso dei prezzi, si potrebbe mettere in atto una strategia di r. di posizioni corte in futures con scadenza trimestrale. Ciò significa che alla prima scadenza trimestrale la posizione futures corta viene chiusa ‒ introitando nel corso del periodo, per effetto del meccanismo noto come marking to market (➔ mark to market), la differenza fra il prezzo futures pattuito a suo tempo e il prezzo a pronti alla scadenza se essa è positiva, pagandola se negativa ‒ e aprendone contestualmente un’altra (sempre corta e senza effetti di cassa) e sempre con scadenza trimestrale e ciò iterativamente fino a quando la scadenza dell’ultimo contratto futures aperto coincide con quella dell’operazione da coprire. Naturalmente, nelle epoche in cui si pratica il r. potrebbero esservi delle perdite corrispondenti agli esborsi eventualmente generati dalla chiusura della posizione, ma queste dovrebbero essere compensate da corrispondenti guadagni all’ultima scadenza.