Roman d'Alexandre
. La figura di Alessandro Magno era stata idealizzata già nel tardo periodo ellenistico nel romanzo dello pseudo-Callistene (Il secolo) tradotto poi in latino alla fine del sec. III da Giulio Valerio Polemio (Res gestae Alexandri Magni). Da tale traduzione deriva un'epitome del sec. IX, fonte a sua volta di un poema in ottosillabi, della fine del sec. XI o dell'inizio del XII, composto in franco-provenzale da Alberico di Pisançon (o Briançon) di cui sono rimasti solo i primi 105 versi. Si ha poi un secondo rifacimento, di autore pittavino, in lasse di decasillabi monorimi, e infine la versione che appunto è nota col titolo di R. d'Alexandre, che consta di circa ventimila dodecasillabi (versi che presero poi il nome di alessandrini).
Tale opera è il risultato del lavoro di unificazione e rimaneggiamento compiuto verso il 1177 da Alexandre de Bernai (o de Paris) su varie parti composte da autori diversi (Eustache, Lambert le Tort de Chateaudun, Pierre de Saint-Cloud e lo stesso Alexandre de Bernai). Durante questa fase di rielaborazione altre fonti vennero utilizzate oltre a quelle derivanti dall'epitome del sec. IX, fra cui, a parte le opere di Curzio Rufo, Giustino e Orosio, anche l'Historia de Proeliis di Leone Arciprete, l'Alexandri Magni iter ad Paradisum, la lettera di Prete Gianni, quella apocrifa di Alessandro Magno ad Aristotele sulle meraviglie dell'India e altre.
A quest'ultima fonte si ricollega l'episodio citato in If XIV 31-36, nel quale la notizia erudita della pioggia di fuoco deriva, però, da Alberto Magno (Meteor. I IV 8) cui è dovuta la fusione dei due fenomeni, la nevicata e la successiva pioggia di fuoco (che erano distinti nella lettera attribuita ad Alessandro).
A parte tale coincidenza di fonti (oltretutto mediata dal De Meteoris per quanto riguarda la citazione di If XIV) non sembra che altri punti di contatto si possano notare fra l'opera dantesca e il R. d'Alexandre; è evidente, d'altra parte, che in quest'ultimo confluirono praticamente tutte le fonti medievali che trattavano di Alessandro e che, quindi, oltre che improbabile appare arduo l'accertamento di una dipendenza diretta delle citazioni dantesche dal romanzo francese.
Bibl. - Edizioni: The medieval french Roman d'Alexandre, ediz. critica pubblicata sotto la direzione di E.C. Armstrong nelle Elliot Monographs, Princeton 1937 ss.
Studi: P. Meyer, Alexandre le Grand dans la littérature française du moyen âge, Parigi 1886; P. Toynbee, Dante studies and researches, Londra 1902, 40 ss. (comunicazione di G. Vandelli, in " Bull. " XII [1905] 366); E.G. Parodi, recens. a D.A., La D.C. commentata da G.A. Scartazzini e G. Vandelli, in " Bull. " XXIII (1916) 15 ss.; A. Abel, Le R. d'Alexandre, légendaire médiéval, Bruxelles 1955; G. Cary, The medieval Alexander, Cambridge 1956.