Vlad, Roman
Compositore, naturalizzato italiano, nato a Cernăuţi (od. Černovcy, Ucraina) il 29 dicembre 1919. Pianista, autore, critico, musicologo, nonché insegnante e organizzatore: la musica per film rappresenta, della sua multiforme attività, solo un aspetto, che ha però una sua particolare rilevanza, e non solo per i risultati ottenuti, ma anche sul piano teorico. Nel 1950 gli è stato conferito il Nastro d'Argento per la sua attività complessiva in campo cinematografico.
Dopo essersi diplomato al Conservatorio della sua città natale, nel 1938 si trasferì a Roma, dove frequentò il corso di perfezionamento per pianoforte presso l'Accademia di Santa Cecilia. Autore di una grande quantità di musica da camera, per orchestra, per il teatro, per la radio, ha realizzato questi lavori in un linguaggio che, pur non legato a schemi, risulta attento alle conquiste del postespressionismo e della modernità. Ha scritto inoltre numerosi saggi sulla composizione di musica per film, in cui teorizza la natura 'subordinata' di tale attività; essa dovrebbe tener conto dei procedimenti di registrazione e di riproduzione del suono e cercare la chiarezza attraverso una struttura preferibilmente monodica, che può e deve ricorrere alle possibilità della musica contemporanea (Il compositore e la musica per film, in Musica e film, a cura di S.G. Biamonte, 1959).
Soprattutto all'inizio della sua carriera cinematografica rivolse particolare attenzione al documentario, specie quello sull'arte figurativa, dove ottenne risultati notevoli nei film realizzati da Luciano Emmer, da solo o in collaborazione con Enrico Gras. Intanto, nel 1949, con Monastero di Santa Chiara di Mario Sequi, V. aveva debuttato anche nel lungometraggio, segnalandosi subito con la colonna sonora della commedia Domenica d'agosto (1950) di Emmer. Seguirono le musiche di La beauté du diable (1950; La bellezza del diavolo) di René Clair, caratterizzate da effetti coloriti e 'fantastici' di pianola meccanica, quindi quelle di Eroi dell'Artide (1954) di Emmer e di Monsieur Ripois, noto anche come Knave of heart (1953; Le amanti di Monsieur Ripois) di René Clément, dove ogni personaggio femminile è sottolineato da specifiche tipologie musicali (musica da banda, da orchestra jazz, romanze per pianoforte ecc.).
Una menzione particolare spetta al commento di Giulietta e Romeo (1954) di Renato Castellani, che richiese al compositore due anni di lavoro, anche perché fonde pagine tratte da composizioni italiane del Quattrocento con brani originali, aderendo felicemente alle immagini sia nel colorito dispiegamento delle canzoni a ballo, sia nei brani drammatici, basati su variazioni sui dodici toni. Ma V. diede altre buone prove in Una pelliccia di visone (1956), film di Glauco Pellegrini, per il quale scrisse una musica semplice e popolaresca, che trae spunto da una pastorale natalizia, come pure in I sogni nel cassetto (1957) di Castellani, dove adottò un procedimento bi-tematico, con un motivo romantico e uno brillante, in La sfida (1958) di Francesco Rosi, caratterizzato da un commento drammatico, 'all'americana', e in La loi (1959; La legge) di Jules Dassin, dove rielaborò in forma colta brani di musica popolare.Fra gli altri, numerosi lavori cinematografici di V. vanno ricordati quelli per l'horror, un genere di cui il compositore ‒ nato nei pressi della Transilvania ‒ ha accompagnato la nascita; sua è infatti la partitura di I vampiri (1957) di Riccardo Freda, che inaugurò il filone e che contiene momenti di raffinata musica da quartetto, alternati a un uso drammatico delle dissonanze. Seguì, sulla stessa linea, la colonna sonora di L'orribile segreto del Dr. Hichcock (1962), sempre di Freda, dove felice è il ricorso a una pagina di tipo chopiniano nel pianoforte, ma contorta in una dimensione inquietante. Negli anni Settanta e Ottanta V. ha gradualmente cessato di occuparsi di cinema, 'passando il testimone' a suo figlio Alessio (n. 1955).
H. Colpi, Défense et illustration de la musique dans le film, Lyon 1963; Colonna sonora, a cura di G. Pellegrini e M. Verdone, Roma 1967; A. Lacombe, C. Rocle, La musique du film, Paris 1979.