ROMANONES, Álvaro de Figueroa y Torres, conte di
Uomo politico, nato a Madrid nel 1863. Di nobile e ricca famiglia, fece gli studî all'università di Bologna e, tornato in patria nel 1884, ebbe la nomina ad alcalde-presidente dell'ayuntamento di Madrid. Ministro dell'Istruzione pubblica e delle Belle Arti (1901) nel gabinetto Sagasta, passò poi al ministero del fomento (1905) nel gabinetto Montero Ríos, quindi nell'altro di Grazia e Giustizia nel gabinetto López Domínguez (luglio 1906). Presidente della camera allorché il Canalejas assunse le redini del potere, quando questo fu assassinato (15 novembre 1912), il conte di R. ebbe incarico di succedergli nella presidenza del consiglio dei ministri. Dimessosi il 25 ottobre 1913, fu di nuovo incaricato di formare un gabinetto il 25 dicembre 1914. Durante la guerra mondiale il suo governo mantenne una stretta neutralità. Il 1° gennaio 1916, per divergenze con i suoi colleghi sulle questioni internazionali, diede le dimissioni, e nel cosiddetto goverrio nazionale presieduto da Maura accettò il portafoglio di Grazia e Giustizia (21 marzo 1918). Il 3 dicembre successivo assunse di nuovo la presidenza del consiglio, succedendo a García Prieto, e uno degli atti più notevoli di questa sua riassunzione al potere fu la promessa di creare una commissione extraparlamentare per studiare la questione dell'autonomia catalana. Dovette pure fronteggiare le agitazioni operaie, per cui fu costretto a sospendere le garanzie costituzionali nella provincia di Lérida e a proclamare lo stato eccezionale, infine lo stato di guerra in quella di Barcellona. Perdurando i tumulti, il conte di R. dovette dimettersi il 19 aprile 1919. Nel 1923 assunse il portafoglio di Grazia e Giustizia nel gabinetto García Prieto, che fu detto di concentrazione liberale, alla quale pose fine il colpo di stato del 13 dicembre 1923 di Primo de Rivera. Il conte di R. prese parte attiva contro la proclamazione della dittatura del de Rivera e fu condannato a una multa di mezzo milione di pesetas. Nel 1930 fece parte del gabinetto Aznar, fino alla proclamazione della repubblica (1931), nel quale ultimo anno fu eletto deputato alla Costituente.