rombo
rómbo [Der. del lat. rhombus, dal gr. rhómbos "trottola", che è da rhémbo "girare", originar. nome di una tavoletta (con forma simile a quella della figura geometrica che poi fu chiamata r.: v. oltre: [ALG]) che, legata a una cordicella, veniva roteata ed emetteva una sorta di ronzio caratteristico (di qui il signif. acustico: v. oltre: [ACS]), usata ant. durante riti e ancora presente nel folclore di vari paesi] [ACS] Per via del ronzio richiamato nell'etimo, rumore cupo, l'esempio tipico del quale è il tuono del fulmine. ◆ [ALG] Per via della forma della tavoletta, di cui sopra nell'etimologia, quadrilatero piano, detto anche losanga, con i quattro lati uguali, e quindi angoli opposti uguali (in generale, due acuti e due ottusi); di esso si può considerare come caso particolare il quadrato, che si ha quando anche le due diagonali sono uguali, per cui i quattro angoli sono angoli retti; la sua area vale d₁d₂/2, essendo d₁ e d₂ le lunghezze delle diagonali. ◆ [OTT] Denomin. di alcuni prismi a sezione rombica, come, per es., il r. di Fresnel (v. riflessione e rifrazione della luce: V 10 d).