MELI, Romolo
– Nacque a Roma il 23 apr. 1852 da Giosuè, scultore di origine bergamasca, e da Agostina Cremonesi.
Nel 1868 conseguì a Roma il baccellierato in filosofia, nel 1869 la licenza e quindi il dottorato in filosofia, nel 1870 il baccellierato e nel 1872 la licenza in matematica e infine, nel 1874, il diploma di ingegnere civile e architetto con pieni voti (risultando, oltre che primo nella graduatoria di merito in quell’anno, anche uno fra i primi studenti a compiere l’intero corso degli studi superiori di ingegneria alla Sapienza).
Allievo di G. Ponzi – senatore del Regno e direttore del gabinetto di geologia della R. Università di Roma – nel 1875 il M. fu nominato assistente effettivo presso il medesimo gabinetto. Nel 1878 sposò Teresa Albertini, dalla quale ebbe un’unica figlia, Ada.
Nel 1881 conseguì la libera docenza in geologia e dal 1883, vinto il concorso, insegnò mineralogia e geologia nell’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Roma. Nel 1885, morto Ponzi, il M. fu chiamato a succedergli quale direttore del gabinetto di geologia e direttore interinale del Museo geologico dell’Università di Roma, carica che mantenne fino al 1888. Sempre nel 1885 divenne anche professore straordinario di mineralogia e geologia applicata nella R. Scuola d’applicazione degli ingegneri di Roma, diretta da L. Cremona.
Solo alcuni anni più tardi, nel 1904, divenne professore stabile e nel 1912 ordinario. Proseguì l’insegnamento di mineralogia e geologia nell’istituto tecnico anche dopo la nomina a professore universitario, poiché l’ordinamento allora vigente lo consentiva. Ebbe numerosi allievi, tra i quali E. Clerici, da lui avviato alle ricerche geologiche nell’area romana.
Nella sua lunga carriera di studioso (durante la quale produsse circa 150 pubblicazioni scientifiche, nonché molti scritti rimasti inediti) il M. spaziò in diversi campi delle scienze naturali (geologia stratigrafica, malacologia fossile e vivente, paleontologia dei Vertebrati, mineralogia, petrografia, geologia fisica, storia naturale, studio delle meteoriti) e si cimentò, soprattutto negli ultimi anni, anche in lavori di carattere archeologico, filologico e storico-bibliografico. Seguì dunque l’impostazione multidisciplinare che all’epoca contraddistingueva in Italia pionieri delle scienze della terra quali Q. Sella, G. Capellini, G. Tuccimei, A. Portis, con i quali nel 1882 fondò la Società geologica italiana (SGI). La maggior parte della produzione scientifica del M. fu comunque dedicata ai caratteri geologico-stratigrafici e paleontologici delle unità plioceniche e quaternarie del Lazio, e dell’area romana in particolare.
Tra i suoi primi lavori, pubblicati a partire dal 1879, vi furono: Sulla natura geologica dei terreni incontrati nelle fondazioni tubulari del nuovo ponte di ferro costruito sul Tevere a Ripetta e sull’Unio Sinuatus Lamk rinvenutovi, in Atti della R. Acc. dei Lincei. Memorie, cl. di scienze fisiche, s. 3, VIII (1879-80), 3, pp. 320-328; Notizie ed osservazioni sui resti organici rinvenuti nei tufi leucitici della provincia di Roma, in Boll. del R. Comitato geologico d’Italia, XII (1881), 9-10, pp. 428-457; Le marne plioceniche del Monte Mario, ibid., XIII (1882), 3-4, pp. 91-96. Il M. fu anche autore di ricerche mineralogico-petrografiche in varie località italiane, tra cui: Notizie bibliografiche sulle rocce magnetiche dei dintorni di Roma, in Boll. della Società geologica italiana, IX (1890), pp. 609-670; Cenni sul granito dell’isola del Giglio e bibliografia scientifica relativa a quest’isola, ibid., X (1891), pp. 383-439, primo catalogo delle pubblicazioni scientifiche relative all’isola; Sopra alcune rocce e minerali raccolti nel Viterbese, ibid., XIV (1895), pp. 179-185; Fluorite cristallizzata della miniera di Congiaus presso Iglesias (Sardegna), ibid., XVII (1898), 4, pp. 252-256.
Il contributo più significativo del M. riguarda però la paleontologia del Pliocene e del Pleistocene del Lazio. Tra i lavori sui Vertebrati fossili si ricordano: Sopra i resti fossili di un grande avvoltoio (Gyps) racchiuso nei peperini laziali, ibid., VIII (1889), pp. 490-544, rendiconto dell’eccezionale ritrovamento di resti di un avvoltoio nelle vulcaniti dei monti Tuscolani, sul quale ancora in anni recenti si è diretta l’attenzione dei ricercatori; Notizie su resti di mammiferi fossili rinvenuti recentemente in località italiane, ibid., XIV (1895), pp. 148-164; Sopra alcuni denti fossili di mammiferi (ungulati) rinvenuti nelle ghiaie alluvionali dei dintorni di Roma, ibid., XVI (1897), 1, pp. 187-194; Rinvenimenti di denti fossili di elefanti in alcune località nuove, o interessanti per la provincia di Roma, ibid., XXVII (1908), 3, pp. 432-434. Per quanto concerne poi le sue ricerche sulla malacologia fossile e vivente, particolarmente rappresentativi sono i saggi: Molluschi fossili recentemente estratti dal giacimento classico del Monte Mario presso Roma, ibid., XIV (1895), 3, pp. 141-148; Sul Typhis (Typhinellus) tetrapterus Bronn (Murex) rinvenuto nelle sabbie grigie del Pliocene superiore della Farnesina (gruppo del Monte Mario) presso Roma, in Bull. della Soc. malacologica italiana, XX (1897), pp. 74-96; Sulle chamacee e sulle rudiste del monte Affilano presso Subiaco nel circondario di Roma, in Boll. della Società geologica italiana, XX (1901), 1, pp. 149-158; Notizie sopra alcune conchiglie fossili raccolte nei dintorni di Monte San Giovanni Campano in provincia di Roma, ibid., XXVII (1908), 3, pp. 401-418.
Il M. si interessò anche del complesso vulcanico dei Colli Albani (Sulla costituzione geologica del monte Palatino in Roma, ibid., XXII [1903], 3, pp. 498-522; Sulla rimarchevole frequenza di proietti lavici bombiformi, disseminati nelle pozzolane bigie adiacenti alla stazione ferroviaria di Salone presso Roma, ibid., XXX [1911], 1, pp. 253-259) e dell’evoluzione plio-quaternaria del Lazio (Sopra un lembo di argille plioceniche affioranti presso la salina di Corneto - Tarquinia in provincia di Roma, ibid., XXXIV [1915], pp. 321-342; Nota preliminare intorno una cava di materiali argillosi, refrattari, che sta attivandosi nei dintorni di Roma, ibid., XXXV [1916], pp. 317-328; Marmitte di erosione marina nel Macco di Anzio, ibid., XXXVIII [1919], pp. 3068 s.).
Il M. fu inoltre autore della Bibliografia della città di Viterbo (Roma 1894), che rappresenta uno dei primi contributi alla geologia di un’area urbana, e di Brevi notizie sulle rocce che si riscontrano nell’Abruzzo lungo il percorso dell’antica via Valeria, nel tratto Arsoli - Carsoli - Sante Marie - Tagliacozzo - Avezzano - Forca Caruso- Collarmele, in Boll. della Società geologica italiana, XXIII (1904), 1, pp. 30-35.
Il M. fu anche autore di diversi rendiconti e guide di escursioni didattiche svolte nell’ambito del suo incarico presso la Scuola d’applicazione degli ingegneri di Roma. Parallelamente alle attività di carattere didattico e scientifico, ricoprì numerosi ruoli pubblici: fu tra i componenti del Consiglio sanitario provinciale di Roma (1890-1901 e 1907-20) e nel 1918 del R. Comitato geologico. Le competenze acquisite nella lunga attività didattica e scientifica nel territorio laziale gli procurarono, inoltre, numerosi incarichi professionali come geologo da parte sia di autorità pubbliche (ministeri della Pubblica Istruzione, degli Interni, dell’Agricoltura; Comuni della provincia romana; Ufficio sanitario provinciale), sia di privati.
Appassionato bibliofilo e collezionista (di minerali, rocce, fossili e meteoriti, gusci di molluschi viventi), fu membro di numerose accademie e società scientifiche. Nella Società geologica italiana, di cui fu socio fondatore, rivestì diverse cariche (archivista dal 1882 al 1883, dal 1887 al 1889 e dal 1893 al 1899; segretario dal 1884 al 1886 e dal 1890 al 1892; consigliere dal 1900 al 1902; vicepresidente nel 1903 e presidente nel 1904). Nel 1892 partecipò alla fondazione della Società romana per gli studi zoologici (poi Società zoologica italiana), di cui fu consigliere e vicepresidente dal 1896 in poi; fu anche membro della Società geografica reale. Tra le numerose cariche è inoltre da menzionare quella di vicepresidente della Società italiana di storia critica delle scienze mediche e naturali. Al M. furono dedicate alcune specie di molluschi.
Il M. pubblicò anche su questioni storico-bibliografiche: Sopra una arenaria contemporanea, contenente monete, rinvenuta in Roma nell’alveo del Tevere nei lavori di fondazione del muro del Lungo-Tevere Raffaello Sanzio, in Boll. della Società geologica italiana, XXXV (1916), pp. 3037-3041; Trattati di medicina del XIII sec. e codice del 1462 dell’opera De balneis di M. Savonarola, nella Biblioteca di S. Scolastica in Subiaco: nota preventiva, in Riv. di storia critica delle scienze mediche e naturali, 1917, vol. 8, pp. 339-344; Sopra un’antica iscrizione sepolcrale di un’ostetrica, conservata nel Palazzo comunale di Narni, ibid., 1920, vol. 10, pp. 120-128.
Il M. morì a Roma il 1° genn. 1921.
Fonti e Bibl.: E. Clerici, Commemorazione del socio M., in Boll. della Società geologica italiana, XL (1921), pp. XVIII s.; A. Neviani, R. M., in Arch. di storia della scienza, II (1921-22), pp. 283-287; Id., R. M., in Riv. di storia critica delle scienze mediche e naturali, 1920, vol. 11, pp. 164 s.; A. Portis, R. M., in R. Università degli Studi di Roma, Annuario dell’anno scolastico 1920-1921, Roma 1921, pp. 205-207; M. Parotto - A. Praturlon, Duecento anni di ricerche geologiche nell’Italia centrale, in Cento anni di geologia italiana. Volume giubilare del I centenario della Società geologica italiana 1881-1991, Bologna 1984, p. 249; Diz. encicl. italiano, VII, p. 578.
A. Argentieri