MARENCO, Romualdo Giovanni Battista
– Nacque a Novi Ligure il 1° marzo 1841, settimo di otto figli, da Giacomo, messo comunale di Novi Ligure, e da Maria Mottiero, filatrice.
Tra i suoi fratelli, il secondo, Giacomo Francesco, suonava il trombone, la quarta, Luigia, divenne soprano, l’ultimo, Tomaso, fu violoncellista e ricoprì il ruolo di «primo violoncello al cembalo» alla prima di Aida di G. Verdi diretta da G. Bottesini (Il Cairo, 24 dic. 1871).
Dal maggio 1854, dopo un anno di studio con V. Bozzolo e P. Piacenza nella scuola comunale di Novi Ligure, il M. entrò come aggiunto non retribuito nell’orchestra del locale teatro Carlo Alberto. Poco più tardi iniziò lo studio del fagotto e forse di altri strumenti a fiato. Entrò come secondo fagotto nell’orchestra del teatro Andrea Doria di Genova, per il quale compose il suo primo ballo, Lo sbarco di Garibaldi a Marsala e la presa di Palermo (1862) e, segnalate da Schmidl, due sinfonie di cui tuttavia non esiste alcuna documentazione. Passò poi come timpanista al teatro Apollo e infine violino di fila al teatro maggiore, il Carlo Felice. Nel contempo proseguì gli studi musicali, forse con Emilio Taddei, ma presto come autodidatta sui metodi di prammatica di S. Mattei e F. Fenaroli. Forse per uno screzio con il compositore Serafino De Ferrari, il M. lasciò Genova e si trasferì a Milano: alcuni profili biografici lo indicano violino di spalla alla Canobbiana e direttore dei balli al Fossati, teatro in cui venivano rappresentate operette e prosa.
Non è confermata da documenti la notizia che nel 1867 il M. fosse primo violino dell’orchestra al teatro di Istanbul (Cavazza, p. 164), ma la cosa è possibile poiché l’impresario Mhaim Naum da decenni era uso reclutare le masse artistiche in Italia. Esiste invece un contratto fra il M. e la direzione della Scala di Milano, che attesta la sua assunzione come primo violino nell’orchestra a partire dalla stagione di carnevale-quaresima 1871-72 (Milano, Museo teatrale alla Scala, Biblioteca Livia Simoni, Carteggi, CA.1546). Nella stagione successiva 1872-73 il M. divenne «primo violino e direttore d’orchestra per il ballo» e probabilmente tenne questo posto fino al 1879, quando il suo nome non compare più nell’organico orchestrale scaligero (Cambiasi, p. 394). Risale infatti al 1878 il suo primo successo con il ballo Sieba, rappresentato al teatro Regio di Torino e replicato alla Scala l’11 genn. 1879. Da questo momento il M. si dedicò esclusivamente alla composizione, senza tuttavia raggiungere mai una tranquillità economica; saranno infatti più d’uno gli appelli alla generosità dei suoi concittadini per garantirgli una decorosa sussistenza.
Il M. morì a Milano il 9 ott. 1907.
Il M. è considerato il maggior rappresentante della stagione del ballo grande italiano, che con lui raggiunse l’apogeo e si concluse. Il successo internazionale gli arrise grazie alla collaborazione con il coreografo Luigi Manzotti, i cui frutti – la trilogia costituita da Excelsior (1881), ancor oggi rappresentato nei massimi teatri, Amor (1886) e Sport (1897) – consacrarono il M. sul palcoscenico della Scala.
Anche il varietà, la televisione e il cinema hanno fatto largo uso delle musiche dell’Excelsior: il Galop del Risorgimento, in particolare, è stato utilizzato infinite volte dal cinema americano, tanto da divenire uno tra gli estratti melodici più noti. Excelsior fu composto per l’apertura del traforo del Cenisio, a celebrazione del progresso e della intraprendenza dell’uomo, in una Italia che iniziava a vedere i primi effetti di una modernizzazione e dell’industrializzazione: più volte letto come una professione di fede progressista, l’opera non è in contraddizione, tuttavia, con il favore personale che il M. riservò alle Sinistre storiche appena ascese al governo e, in seguito, al socialismo.
Il successivo Amor, anche se non eguagliò il successo di Excelsior, rappresenta un momento particolarmente significativo nella carriera del Marenco. Alla riuscita dell’evento concorsero numerose componenti: nel 1885 era giunto alla Scala la stella della danza italiana Enrico Cecchetti, e per lui Manzotti e il M. scrissero il grande ballo. Fu in questa occasione, tra l’altro per le imponenti necessità sceniche, che cade la prima collaborazione con lo scenografo Alfredo Edel, figura di riferimento anche per le ultime opere di Verdi alla Scala. Nel 1883 era poi arrivata la luce elettrica nel principale teatro milanese, e scene come il luminosissimo «Torrente dell’umanità» sono evidentemente mirate a sfruttare in massimo grado questa nuova possibilità scenica. Siamo inoltre nel periodo del cosiddetto grand-opéra italiano, coevo ad allestimenti come La Gioconda di A. Ponchielli, che richiedono spiegamenti scenografici e masse assai imponenti; per la messinscena di Amor la Scala impiegò più di 500 esecutori sul palcoscenico, con animali di varie specie e gruppi di figuranti nei costumi più diversi. All’evento il periodico dell’editore Sonzogno, Il Teatro illustrato, dedicò un numero monografico contenente una ricca documentazione iconografica.
Nel 1896, in coincidenza con la prima Olimpiade dei tempi moderni, ad Atene, il M. compose il ballo Sport, sempre in collaborazione con Manzotti ed Edel (Milano, La Scala, 10 febbr. 1897). Ancora una volta la scelta del soggetto prese spunto da eventi della vita contemporanea.
Come operista il M. non colse mai il successo; la sua opera più impegnativa è Federico Struensee, su libretto proprio, tratto dal dramma di Michael Beer per cui già il fratello Giacomo Meyerbeer aveva composto le musiche di scena. Il M. non arrivò mai a mettere in scena l’opera, che conobbe un’unica esecuzione postuma il 7 nov. 1908 al teatro Carlo Alberto di Novi Ligure.
Il linguaggio musicale del M. non appare grezzo né eccessivamente ricercato: l’ispirazione melodica alterna momenti di maggiore raffinatezza (solitamente nei passi solistici, spesso nelle sezioni narrative di transizione), a momenti di evidente funzionalità coreutica (nei galops). Sebbene il linguaggio armonico risulti spesso molto semplice, in diversi casi il M. esibisce la conoscenza delle più recenti opere di Verdi, A. Boito e Ponchielli. Episodicamente impiega nei balli anche forme dedotte dall’opera, non ultima la tradizionale forma quadripartita di arie e duetti, con la cabaletta sostituita da un galop. L’orchestrazione costituisce forse l’aspetto migliore della musica del M., spesso nobilitando ispirazioni melodiche non sempre irreprensibili. I soggetti trattati, inoltre, hanno chiari collegamenti sia con il teatro musicale coevo sia con eventi d’attualità. Nonostante tali aperture alla produzione «di consumo», la musica del M. non scade mai nel dilettantismo e ben rappresenta una società italiana che stava avviandosi al consumo teatrale di massa: la semplicità di linguaggio musicale e lo sfarzo scenografico spesso eccessivo sono due aspetti di questo processo, né si possono giudicare le sue composizioni senza tenere conto di questo fenomeno.
Opere: Lorenzino de’ Medici (libretto di G. Perosio; Lodi, teatro Piontelli, 1° dic. 1874); I Moncada (F. Fulgonio; Milano, teatro Dal Verme, 16 ott. 1880); Le diable au corps (E. Blum - R. Toché, trad. it. di E. Golisciani; Parigi, théâtre des Bouffes Parisiens, 19 dic. 1884); Strategia d’amore (C.A. Blengini; Milano, teatro Eden, 20 luglio 1896); il citato Federico Struensee.
Balli e balletti: Lo sbarco di Garibaldi a Marsala e la presa di Palermo (Genova, teatro Doria, 1862); Armida (coreografia di F. Pratesi; ripresa con il titolo Cleofe, Milano, teatro Ciniselli, 1868; nuova coreografia di C. Smeraldi, Torino, teatro Regio, 27 genn. 1877); Amore ed arte (A. Pallerini; musica di G. Strigelli - R.G.B. Marenco, Milano, teatro alla Scala, 28 febbr. 1870); I sette peccati capitali (Pallerini; ibid., 26 dic. 1872); Bianca di Nevers (F. Pratesi; ibid., 28 ag. 1872); Nefte (P. Borri; ibid., 1873; due ballabili non identificati attribuibili al M. dalle lettere del M. a G. Lucca del 25 ag. 1873 [Milano, Biblioteca del Museo teatrale alla Scala Livia Simoni, Carteggi, CA.5815] e 3 sett. 1873 [ibid., CA.5813]); La tentazione (F. Pratesi; Milano, teatro alla Scala, 8 genn. 1874); Ermanzia (Id.; Torino, teatro Regio, 12 febbr. 1876); Sieba (o la Spada di Wodan) (L. Manzotti; ibid., 8 genn. 1878; nuova messinscena: Milano, teatro alla Scala, 3 genn. 1900); Day-Sin (F. Pratesi; Bologna, teatro Comunale, 15 febbr. 1879); L’astro degli Afghan (Id.; Torino, teatro Regio, 4 genn. 1879; Milano, teatro alla Scala, 3 genn. 1883, riprodotto da Smeraldi); Excelsior (Manzotti; ibid., 11 genn. 1881); Daï Natha (C. Marzagora; Torino, teatro Regio, 23 febbr. 1881; Milano, teatro alla Scala, 7 genn. 1882); Metempsicosi (G.I. Armandi - Smeraldi; Torino, teatro Regio, 16 marzo 1884); Amor (Manzotti; Milano, teatro alla Scala, 17 febbr. 1886; nuova messinscena di E. Coppini: ibid., 2 genn. 1902); Teodora (R. Grassi; ibid., 19 genn. 1889); Vera (G. Fetter; ibid., 1890); Sport (Manzotti; ibid., 10 febbr. 1897; nuova messinscena di E. Coppini: ibid., 1906); La figlia di Boby (G. Pratesi; Novi Ligure, Politeama, 14 genn. 1898); Dolores (Id.; Torino, 15 genn. 1898); Bacco e Gambrinus (Id.; Milano, teatro alla Scala, 14 genn. 1904); Luce (Id.; ibid., 25 febbr. 1905); La danzatrice (F. Pratesi; forse incompiuto); Madre e figlia (incompiuto, solo schizzi manoscritti).
Altre composizioni: due sinfonie (perdute), Genova, circa 1860; raccolta di «ballabili per orchestra»: Al genio di G. Strauss, Amor sublime, Rosetta, Je rêve mon pays, Non voglio marito, Bella Elvezia, Note al vento, Scintille roventi, Parola d’ordine (Milano s.d.); Il canto dei cooperatori (inno per la Lega nazionale delle cooperative italiane; testo di G. Bertacchi; ibid. s.d.); Marcia dei ginnasti (ibid. 1906); Quanto era bella, romanza per canto e pianoforte (Torino s.d.); per pianoforte: Auxilium ex alto, valzer (Milano s.d. [ma circa 1900]); Charitas, valzer (ibid. 1887); Rimembranze di Boscomarengo, mazurca (Torino s.d.); In guardia! (galop, ibid. s.d.). A Novi Ligure, nel fondo Marenco della Biblioteca civica, si conservano inoltre: Baltassar di H. Heine, per baritono e orchestra; Al Sempione, coro a due voci senza accompagnamento (M. Mori); per piccola orchestra: Cagnammo core, canzonetta napolitana (S. Mollica; Napoli, marzo 1888), Cuscini volanti (galop), Pizzicato nuovo (Milano, ottobre 1891); Nozze d’oro, andante per oboe e fagotto con accompagnamento di quartetto d’archi (maggio 1890); per pianoforte: Danza degli automi, mazurca; Marche espagnole et Bolero.
Lavori di dubbia attribuzione: Flik e Flok, ballo di P. Taglioni con musiche di Hertel - Marenco (Milano, teatro alla Scala, 26 dic. 1883; cit. in Cambiasi, p. 387); Annibale, opera su libretto di G. Pogna - F. Fontana, 1887 (cfr. Cavazza, p. 158); Delial, ballo (si conosce solo un «copione», ossia argomento, ms. autografo non datato: Milano, Biblioteca del Museo teatrale alla Scala Livia Simoni, Carteggi, CA.5237); Haydee o La luce dell’harem, ballo di L. Polozzi, (forse 1894).
Fonti e Bibl.: Milano, Biblioteca del Museo teatrale della Scala Livia Simoni, Carteggi, CA.5814 (a G. Parravicini: Parigi, 28 febbr. 1883), CA.4501 (a G. Paloschi: Milano, 15 luglio 1883); P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano 1906, ad ind.; S. Cavazza, R. M. e la vita novese dell’800, Novi Ligure 1957; L. Rossi, Il ballo alla Scala 1778-1970, Milano 1972, pp. 116-122; Storia del teatro Regio di Torino, V, M.-Th. Bouquet - V. Gualerzi - A. Testa, Cronologie, Torino 1988, ad ind.; L’arcano incanto. Il teatro Regio di Torino 1740-1990, a cura di A. Basso, Milano 1991, ad ind.; D. Calcagno, R. M. ed il «Federico Struensee»: un’opera lirica dimenticata del secondo Ottocento, in Novinostra. Riv. della Soc. storica novese, XXXI (1991), 3, pp. 3-19; Id., R. M. sulla situazione musicale del suo tempo, ibid., 4, pp. 76-81; XXXII (1992), 1, pp. 71-76; Id., R. M. e la condizione teatrale del suo tempo, ibid., 2, pp. 86-91; Id., Versi satirici di R. M., ibid., XXXIII (1993), 3, pp. 74-79; Id., Il «fondo R. Marenco» della Biblioteca civica di Novi Ligure, ibid., XXXIV (1994), 1, pp. 78-83; E. Brizio, R. M. musicista piemontese, Alessandria 1999; M. Dell’Ara, Editori di musica a Torino e in Piemonte, I-II, Torino 1999, ad ind.; A. Sessa, Il melodramma italiano 1861-1900. Diz. bio-bibliografico dei compositori, Firenze 2003, pp. 299 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 120; Enc. dello spettacolo, VII, col. 37.