LAING, Ronald David
Medico e psicoterapeuta inglese, nato a Glasgow il 7 ottobre 1927, morto a Saint-Tropez (Francia) il 23 agosto 1989. Sin dall'adolescenza manifestò un particolare interesse per la filosofia, la teologia e la psicologia, studiando soprattutto gli scritti di F. Nietzsche e di S. Kierkegaard. Conclusi gli studi medici, trascorse due anni (1951-53) in unità neurochirurgiche e neuropsichiatriche dell'esercito e poi prese contatto con i problemi della psichiatria istituzionale, dapprima nel Glasgow Royal Mental Hospital e nella locale università, dove sembrò armonizzare, sia pure a tratti appena accennati, con la posizione critica di H. Simon (1867-1947), lo psichiatra della repubblica di Weimar che già nel 1929 aveva denunciato l'ospedale psichiatrico tradizionale come "istituzione malata" in tutte le sue componenti (strutture murarie, agglomerato di degenti, operatori dei differenti ruoli) e aveva fornito un esempio pratico della strada da battere per perseguirne il risanamento. Nel periodo 1956-60 fece parte dello staff della Tavistock Clinic e diede anche la sua opera al Tavistock Institut of Human Relations; nel 1962 assunse la direzione della Langham Clinic di Londra.
Nella sua opera ha avuto gran parte la rielaborazione, a tratti molto personale, di motivi o di semplici spunti derivati dalla fenomenologia esistenzialista, dalla psicologia transazionale, dalla concezione di H. S. Sullivan sulle distorsioni comunicative, dalle moderne posizioni della psicoanalisi e anche, se non soprattutto, dalle mistiche orientali, buddistiche e zen in particolare, con le quali aveva preso diretto contatto durante una consistente permanenza in un monastero buddista. In armonia con S. Graft e T. Leang si è dichiarato favorevole all'impiego degli allucinogeni, e in particolare della dietilammide dell'acido lisergico (LSD), considerati (come almeno si legge nella Intervista sul folle e il saggio, 1979) strumento con cui la gente "esperisce fenomenologicamente se stessa, come ritornante all'infanzia, alla nascita, a stati intrauterini... o appartenenti a morti o a vite precedenti o, addirittura, a una condizione di intimo rapporto con la natura, a livello di vegetale, di minerale o di semplice energia".
Di orientamento completamente opposto i suoi giudizi sulla psicopatologia e sulla terapia psichiatrica collegate più o meno strettamente con le neuroscienze: particolarmente drastico il suo rifiuto per l'uso dei tranquillanti (neurolettici: allucinolitici, deliriolitici, ansiolitici) che bollò con la stessa enfasi, ovviamente di senso opposto, usata per esaltare l'azione degli allucinogeni. Il suo orientamento pratico e teorico contribuì alla polemica antistituzionale a cui L. partecipò con slancio, traendone motivo per perseguire soluzioni più radicali. Senza negare l'esistenza della malattia mentale, ma pensando che il recupero della salute dovesse avvenire col massimo rispetto dell'autonomia del malato, assieme a D. Cooper, che coniò il termine ''antipsichiatria'', diede vita alla Philadelphia Association, con compiti di coordinamento dello specifico movimento culturale, e alla Kingsley Hall, una comunità a regime antiautoritario per il recupero dei malati psichiatrici gravi, alla quale mancò il sia pur minimo successo. Ciò nonostante, per i suoi numerosi scritti, per l'entusiasmo con cui partecipò a molteplici manifestazioni culturali e, soprattutto, per il prestigio che gli derivava dai brillanti successi conseguiti nella sua attività privata di psicoterapeuta, L., assieme a D. Cooper (autore di Psychiatry and antipsychiatry, 1967, trad. it., 1969; The death of family, 1971, trad. it., 1972; The language of madness, 1978, trad. it., 1979) è considerato il leader dell'antipsichiatria, nonostante le sue personali riserve su alcune posizioni del movimento.
Tra i suoi scritti più significativi si ricordano: The divided self (1960; trad. it., 1969); The self and others (1961; trad. it., 1969); Sanity, madness and the family, in collaborazione con A. Esterson (1965; trad. it., 1972); The politics of experience and the bird of paradise (1967; trad. it., 1968); Knots (1970; trad. it., 1970); The politics of the family (1971; trad. it., 1973); The facts of life (1976; trad. it., 1978); Do you love me? (1976; trad. it., 1979).
Bibl.: Intervista sul folle e il saggio, a cura di V. Caretti, Bari-Roma 1979.