Roncisvalle
Piccolo abitato di montagna della Navarra spagnola, per il quale passa la via che unisce, sin dall'alto Medioevo, i Bassi Pirenei all'alto Ebro; non molto distante da Pamplona (la " Pampelune " del poema di Nicolò da Verona) e a nord-ovest di Saragozza, l'unica città di Spagna che, secondo la Chanson de Roland (ediz. Bédier, vv. 5-6); re Carlo non aveva ancora conquistato nella campagna 777-778.
Di uno scontro avvenuto nella valle di R., pare nell'agosto del 778, tra la retroguardia dell'esercito di Carlo in movimento verso la Francia (dopo l'abbandono dell'impresa di Spagna) e truppe arabe o basche, in cui la peggio toccò ai Francesi, fa cenno la Vita Karoli di Eginardo: " In... proelio Eggihardus... Anshelmus... et Hruodlandus Brittanici limitis praefectus cum aliis compluribus interficiuntur " (cap. IX). La Chanson de Roland, diretta all'esaltazione dell'eroismo di Orlando e degli altri paladini in quella battaglia, trasformò il modesto episodio nel momento più significativo dell'intero universo cavalleresco del Medioevo feudale, costruendo, in funzione di celebrazione del sistema di valori statutari della nobiltà feudale, un modello di paradigmatica esemplarità.
D. non fa in alcun luogo diretta menzione della Chanson né, in generale, delle canzoni di gesta, così come non fa cenno della letteratura brettone in versi, mentre ricorda la grande letteratura prosastica (le prose di romanzi di Pg XXVI 118) in lingua d' oil: " ... quicquid redactum sive inventum est ad vulgare prosaycum, suum est: videlicet Biblia cum Troianorum Romanorumque gentibus compilata et Arturi regis ambages pulcerrimae et quamplures aliae ystoriae ac doctrinae " (VE I X 2); e v. OIL; Romanzi Arturiani. In un luogo della Commedia però mostra di conoscere bene il mito di R. e di saperne ricreare la suggestione epica, là dove paragona un assordante suono di corno, che ode in prossimità dell'ultimo cerchio dell'Inferno, a quello del corno di Orlando: Dopo la dolorosa rotta, quando / Carlo Magno perdé la santa gesta, / non sonò sì terribilmente Orlando (If XXXI 16-18). D. sa dunque che Orlando si decise a dar fiato al corno solo all'estremo delle forze, quando ormai delle truppe al suo comando rimanevano solo sessanta guerrieri: tale nozione attesta una sicura conoscenza del racconto della Chanson (di cui si vedano i vv. 1688 ss.); v. infatti CANZONI DI GESTA. Nella essenzialità quasi emblematica della fuggevole evocazione dantesca trascorre il soffio dell'ardore epico che anima il poema di Turoldo.