Luxemburg, Rosa
Rivoluzionaria e teorica del socialismo polacca naturalizzata tedesca (Zamość, Polonia, 1870-Berlino 1919). Di origine ebraica, aderì ancora liceale a Proletariat, formazione clandestina di ispirazione socialista rivoluzionaria; costretta ad abbandonare la Polonia russa per sfuggire a un arresto, studiò economia politica e legge (1889-96) a Zurigo. Trasferitasi a Berlino, aderì al Partito socialdemocratico. Dopo aver criticato i tentativi di J. Piłsudski per creare difficoltà alla Russia in conflitto col Giappone, passò a Varsavia, ma fu arrestata (1906). Dal 1907 al 1914 insegnò economia politica alla scuola di partito di Berlino, pubblicando la sua opera fondamentale, Die Akkumulation des Kapitals (1913), che criticava la teoria di K. Marx sulla crisi del capitalismo e indicava nei Paesi coloniali e sottosviluppati altrettante riserve per lo sfruttamento capitalistico. Trovandosi sempre più a sinistra in seno alla socialdemocrazia tedesca, finì per polemizzare con K. Kautsky sulla funzione dello sciopero generale e su altri temi. Durante la guerra, nonostante lunghi periodi di prigionia, non interruppe gli studi e le polemiche: ne risultò una disamina del movimento socialista (Die Krise der Sozialdemokratie, 1916), che suscitò le critiche di Lenin. Sempre nel 1916 fu tra i fondatori dello Spartakusbund; nel 1918 diresse Die Rote Fahne, quindi promosse l’insurrezione spartachista di Berlino del genn. 1919; fu uccisa, durante la repressione, insieme a K. Liebknecht.