ROSCELLINO di Compiègne (Roscelinus de Compendiis o de Compendio)
Pensatore del sec. XI, massimo rappresentante del primo nominalismo. Nato a Compiègne intorno al 1050, insegnò in tale città, poi a Loches in Bretagna, a Besançon e a Tours: e a Loches ebbe come scolaro Abelardo. Mancano sue notizie posteriori al 1120. La sua morte dové avvenire tra il 1123 e il 1125.
Solo scritto di R. superstite è una lettera ad Abelardo (edita da J. A. Schmeller nel 1849). Questa povertà di documenti rende alquanto incerta la determinazione di ciò che, nelle dottrine nominalistiche, poi sviluppate da Abelardo nel suo concettualismo, sia propriamente da attribuire al maestro. A R. non sembra comunque si possa negare la paternità del fondamentale principio nominalistico, per cui il concetto o idea universale non esiste oggettivamente, ma è soltanto (secondo l'espressione di Sant'Anselmo, che peraltro, nella sua critica, non cita esplicitamente R.) un flatus vocis. L'unità sostanziale era, cioè, attribuita da R. soltanto alle realtà individue, percepite nella loro immediatezza sensibile: la loro designazione generale era per lui puramente verbale. S'intende quindi come egli (nella lettera ad Abelardo, che concerne il dogma trinitario) dovesse giungere a considerare come soltanto nominale l'unità delle tre persone divine, e cadere così nell'eresia triteistica.
Bibl.: F. Picavet, R., philosophe et théologien, d'après la lègende et d'aprés l'histoire, Parigi 1896; 2ª ed., 1911, che ripubblica la lettera ad Abelardo e altri testi. Tra gli scritti italiani: E. Buonaiuti, Un filosofo della contingenza nel secolo XI, R., in Rivista storico-critica delle scienze teologiche, IV (1908), pp. 195-212. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Geyer, Grundriss d. Gesch. d. Philos., II, 11ª ed., Berino 1928, pp. 206 e 701.