ROTELLA, Domenico detto Mimmo
– Nacque a Catanzaro il 7 ottobre 1918 da Vincenzo, meccanico del genio civile, e da Teresa Curcio, modista.
Secondogenito di quattro fratelli (Ferruccio, Aldo e Rosetta), visse l’infanzia e l’adolescenza nella città natale, incoraggiato ad avviarsi verso l’arte sia dal padre, che gli fece conoscere l’opera dei grandi maestri, sia dalla madre, nel cui laboratorio avvennero i primi cimenti con il disegno e i colori.
Terminate le scuole medie venne iscritto a un istituto tecnico, e una volta diplomato insegnò alla scuola agraria di Catanzaro. Nel novembre 1941, chiamato alle armi, si trasferì a Caserta per frequentare la scuola allievi sottufficiali. S’iscrisse poi alla scuola allievi ufficiali di Nocera Inferiore, ma fallì l’esame finale; trascorse gli ultimi periodi della guerra ricoverato all’ospedale militare di Catanzaro.
Dal settembre 1944 fu a Napoli, dove conseguì il diploma di maturità artistica. Nel 1945 ottenne un posto di disegnatore presso il ministero delle Poste e Telecomunicazioni e si trasferì quindi a Roma, dove entrò subito in rapporto con gli artisti dell’Art Club, in particolare con Achille Perilli, partecipando nel 1947, 1949 e 1950 alle mostre annuali organizzate dall’associazione. In questo periodo le influenze cubiste ed espressioniste degli esordi si sciolsero in un astrattismo geometrico non immemore del lirismo di Vasilij Vasil’evič Kandinskij e della tradizione futurista, a Roma incarnata dalle figure di Giacomo Balla ed Enrico Prampolini.
Contemporaneamente, Rotella si dedicò alla scrittura e alla declamazione di poemi fonetici – o epistaltici – che, rinnovando le ricerche dadaiste e futuriste, si configuravano come un insieme di suoni concreti, parole in libertà o inventate, echi dialettali, ritmi popolari e improvvisazioni jazzistiche, il tutto espresso attraverso una gestualità molto fisica e un carattere decisamente performativo.
Nel 1950 fu invitato a partecipare alla mostra Réalités Nouvelles a Parigi, e l’anno successivo, durante il quale allestì anche la prima personale nella Galleria Chiurazzi di Roma, fece parte del novero di artisti presenti ad Arte astratta e concreta in Italia – 1951, organizzata dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Grazie a una borsa di studio Fullbright, nel settembre 1951 si recò a Kansas City per una residenza d’artista all’università, dove rilasciò un grande pannello murale di soggetto astronomico nel dipartimento di geologia e fisica.
Tornato in Italia, attraversò una breve crisi creativa dalla quale uscì tra il 1953 e il 1954 con l’elaborazione dei primi décollages, opere realizzate utilizzando come materia prima i manifesti strappati dai muri della città.
Le carte, sovrapposte una all’altra in conseguenza delle continue affissioni, venivano poi nuovamente lacerate in studio, in modo da far emergere, con l’ausilio del caso, immagini frammentarie (talvolta solo macchie di colore) dai numerosi strati di materia. Il medesimo procedimento sottrattivo poteva avvenire anche sul verso del nucleo condensato di manifesti, implicando nel processo persino frammenti d’intonaco, colla, ruggine, e dando così vita a una tipologia d’immagine definita da Rotella «retro d’affiche».
Il primo décollage pubblicato apparve nel numero di gennaio del 1955 di Civiltà delle macchine, mentre un altro fu scelto da Emilio Villa per la collettiva Sette pittori sul Tevere da lui curata qualche mese più tardi alle Zattere del Ciriola a Roma; a novembre la galleria del Naviglio di Milano allestì la prima personale di Rotella, interamente composta da décollages. La fertile e felice stagione dei décollages portò con sé l’infittirsi di mostre personali (nel 1957 alla galleria Selecta di Roma, alla galleria Il cavallino di Venezia, all’ICA di Londra; nel 1958 alla galleria Il Naviglio di Milano) e collettive in numerose città italiane ed europee.
Il primo giugno 1959, in occasione dell’inaugurazione della personale alla galleria La Salita di Roma, Rotella conobbe Pierre Restany, con il quale strinse un profondo sodalizio umano e professionale, il cui primo frutto fu la partecipazione dell’artista al Nouveau Réalisme, movimento fondato dal critico francese nell’ottobre 1960 assieme a Yves Klein, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Raymond Hains e Jacques Villeglé; gli ultimi due condividevano con Rotella la pratica del décollage e il rito della lacerazione dei manifesti in strada. Intenso fu anche il rapporto con Jeannine de Goldschmidt, moglie di Restany e titolare della Galerie J, presso la quale Rotella allestì numerose personali e partecipò alle collettive dei novorealisti.
In questo periodo comparvero nelle opere di Rotella le prime immagini tratte dalla grafica pubblicitaria e dal mondo del cinema, a testimonianza dell’interesse diffuso per la cultura di massa e i suoi prodotti che stava conducendo le più aggiornate ricerche, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, verso gli esiti della pop art.
Agli esordi degli anni Sessanta, mentre si divideva tra Roma e Parigi, Rotella iniziò a costruire assemblages con oggetti trovati a porta Portese o al mercatino delle pulci parigino; elaborò anche gli «oggetti rotellizzati», come il multiplo in cento esemplari Petit monument à Rotella (1961), consistente nella presentazione sotto forma di scultura – con la collocazione sopra una base – di una lattina d’olio per motori che riportava la scritta originale «Rotella T Oil». Nel 1961 fu invitato a The Art of Assemblage al MoMA, e l’anno successivo, sempre a New York, partecipò a The New Realists, allestita alla Sidney Janis Gallery. Nel 1964 ottenne una sala personale, nella quale furono esposti alcuni grandi décollages, alla XXXII Biennale di Venezia, l’edizione che avrebbe consacrato la pop art e visto premiato Robert Rauschenberg come miglior artista straniero.
L’11 febbraio 1964 Rotella venne arrestato nella sua casa romana di via Brunetti e trasferito al carcere di Regina Coeli, dove rimase, con l’accusa di spaccio di stupefacenti e possesso di materiale pornografico, fino al 17 luglio dello stesso anno, quando venne prosciolto per mancanza di prove. Durante i cinque mesi di reclusione intrattenne un intenso carteggio con Plinio De Martiis, titolare della galleria romana La Tartaruga, che si prese l’incarico di organizzare la sala personale di Rotella alla mostra veneziana, mostra che l’artista riuscì poi a visitare, il 18 ottobre, accompagnato da Lucio Fontana.
La disavventura giudiziaria lo spinse a trasferirsi definitivamente a Parigi già dall’agosto 1964. Ai décollages si affiancarono opere realizzate con la tecnica del riporto fotografico (o reportage), sperimentata già dall’anno precedente e destinata a essere impiegata per lo sviluppo di due cicli: i reportages socio-politici e i ritratti. Nel primo caso le immagini venivano cavate da riviste e giornali, fotografate dall’artista, proiettate sulla tela ingrandite e, attraverso un’emulsione fotografica, impresse sul supporto (The assassination of Kennedy, 1963). La fonte dei ritratti era invece una fotografia scattata direttamente da Rotella al soggetto (Ritratto di Lucio Fontana, 1965). Parallelamente ai reportages Rotella dette vita agli artypo, lavori ottenuti riutilizzando i fogli stampati in tipografia come prove precedenti all’avviamento macchina, nei quali le immagini si sovrapponevano in maniera casuale. La prima personale dedicata ai riporti fotografici, intitolata Vatican IV, si tenne alla Galerie J nel 1965, mentre l’anno dopo nel foyer del teatro La Fenice di Venezia fu la volta degli artypo. In virtù dell’utilizzo di queste due tecniche di riproduzione meccanica dell’immagine, Restany incluse Rotella nel movimento della Mec-Art.
Nel novembre 1967 l’artista abbandonò lo studio di rue Clément e si recò a New York in occasione dell’inaugurazione della mostra Marilyn Monroe alla Sidney Janis Gallery, dove conobbe Andy Warhol e altri artisti della pop art americana; fu dapprima ospite di Christo, per trasferirsi poi, dal gennaio al maggio 1968, al Chelsea Hotel, in una camera-studio all’interno della quale realizzò numerosi ritratti.
Nella primavera del 1970 fece un viaggio in Oriente, toccando India e Nepal, mentre in novembre partecipò a Milano al Festival del Nuovo Realismo, in occasione del quale – oltre a esporre opere alla Rotonda di via Besana – compì in piazza Formentini il rito della lacerazione dei manifesti. Contemporaneamente prese parte con sette décollages e due reportages a Vitalità del negativo, curata da Achille Bonito Oliva al palazzo delle Esposizioni di Roma.
Alle tecniche più frequentate si aggiunsero il frottage e l’effiçage (immagine tipografica resa evanescente grazie all’uso di solventi), con i quali durante tutto il decennio Rotella realizzò numerose opere, perlopiù di soggetto erotico, presentate per la prima volta alla galleria Marquet di Parigi nel 1973. Nel 1975 Plura Records pubblicò il LP Poemi fonetici 1949-75. Nel medesimo anno alla Rotonda di via Besana a Milano si aprì la prima mostra retrospettiva, curata, come il relativo catalogo, da Pierre Restany; al critico francese si deve anche la definizione di plastiforme per le opere realizzate in questo periodo da Rotella, consistenti in carte colorate accartocciate e racchiuse in un involucro di plexiglas.
Il 9 settembre 1977, nel corso di una manifestazione, una biglia di ferro colpì il volto dell’artista, che portò poi sempre traccia della ferita. La temperie politica di quegli anni divenne soggetto del suo lavoro, dando vita a immagini, soprattutto in bianco e nero, di forte impatto visivo, realizzate con la tecnica del riporto fotografico.
Nel 1980 Rotella abbandonò Parigi e si stabilì definitivamente a Milano. Iniziò subito una nuova serie di opere, chiamate da lui coperture e da Restany blank, e ricavate ricoprendo di carte monocrome vecchi pannelli pubblicitari, in modo da annullare quasi completamente l’immagine; il ciclo venne presentato dallo Studio Marconi di Milano nel gennaio del 1981.
L’ultima stagione della ricerca di Rotella ebbe inizio nel 1986 con le sovrapitture, ottenute intervenendo con colori acrilici su manifesti, sia integri sia lacerati, ed esposte la prima volta alla galleria Niccoli di Parma. Nel 1987 venne inaugurata la scultura Omaggio a Tommaso Campanella, commissionatagli dalla città di Gibellina.
Presente a Mosca nel 1989, per l’apertura della mostra Orientamenti dell’arte italiana. Roma 1947-1989, Rotella conobbe Inna Agarounova, che sposò due anni più tardi e dalla quale ebbe la figlia Aghnessa il 5 settembre 1993.
Agli inizi degli anni Novanta la ricerca si volse ancora verso la tridimensionalità con le sculture-architetture, opere ottenute con l’impiego di più lamiere su cui sono incollati manifesti, e quindi piegate e assemblate. Nel 1992 Rotella ricevette la laurea honoris causa dall’Università di Catanzaro e venne insignito del titolo di Officier des Arts et des Lettres da parte del ministero della Cultura francese. Alla fine del decennio, caratterizzato dal rapido succedersi di mostre in ogni parte del mondo, furono organizzate tre importanti retrospettive: al Württembergischer Kunstverein di Stoccarda nel 1998 e, nel 1999, al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza e al complesso monumentale del S. Giovanni di Catanzaro. Nel maggio 2001 venne inaugurata una grande retrospettiva a Pisa in palazzo Lanfranchi, poi allestita nel museo di Villa Croce di Genova; nel medesimo anno Harald Szeemann selezionò numerose opere che vanno dagli anni Sessanta agli Ottanta per la XLIX Biennale di Venezia.
Nell’aprile 2002 Rotella fu insignito dal presidente della Repubblica della medaglia d’oro per le arti visive.
Morì a Milano l’8 gennaio 2006.
Nel 2000, per volontà dell’artista, venne creata la Fondazione Rotella, che dal 2005 ha sede nella Casa della memoria, casa-museo dedicata all’opera dell’artista nell’abitazione natale a Catanzaro.
Nel 2012 fu fondato dalla moglie e dalla figlia il Mimmo Rotella Institute, allo scopo di curare il catalogo generale e l’archivio dell’artista, nonché promuoverne l’opera attraverso mostre e attività divulgative e di ricerca.
Oltre ad alcune «autopresentazioni» (in Mimmo Rotella, 1957; Alternative attuali, 1962; Alternative attuali 2, 1965) e a due scritti teorici (Porta Portese e Il canto notturno dei pesci) usciti rispettivamente nel gennaio e nell’aprile del 1955 su Civiltà delle Macchine, Rotella ha pubblicato due volumi autobiografici in forma diaristica: Autorotella. Autobiografia di un artista, Milano 1972, 20112, e L’ora della lucertola, Milano 2002 (stesso titolo del documentario sull’artista girato da Mimmo Calopresti nel 2004).
Fonti e Bibl.: Le poesie epistaltiche, in L’illustrazione italiana, 22 ottobre 1950; L. Sinisgalli, Le carte lacerate di Rotella, in Civiltà delle macchine, III (1955), 5; E. Villa, Décollages di Rotella, in Arti visive, 2, maggio 1955, p. 20; Mimmo Rotella (catal.), Roma 1957; Alternative attuali (catal.), a cura di A. Bandera - E. Crispolti, Roma 1962; P. Restany, Rotella. Dal décollage alla nuova immagine, Milano 1963: Alternative attuali 2 (catal.), a cura di E. Crispolti, Milano 1965; T. Trini, R., Milano 1974; M. Fagiolo dell’Arco, Mimmo Rotella, Milano 1977; G. Appella, Colloquio con Rotella, Roma 1984; R. Décollages 1954-1964 (catal.), a cura di S. Hunter, Milano 1986; L. Capano, in La pittura in Italia. Il Novecento/2, a cura di C. Pirovano, II, Milano 1993, pp. 849 s.; M. Crescentini, L’ambiente romano, ibid., pp. 513-515, 517, 520; A. Negri - C. Pirovano, Esperienze, tendenze e proposte del dopoguerra, ibid., I, pp. 248, 251, 303; G. Joppolo, Mimmo Rotella, Parigi 1997; Mimmo Rotella. Rétrospective (catal., Nizza), a cura di G. Perlein, Milano 1999; Mimmo Rotella. Avenue Rotella (catal., Ginevra), a cura di G. Celant, Milano 2005; Id., Mimmo Rotella, Milano 2007 (con bibl. precedente); C. Spangaro, Biografia, ibid., pp. 510-529; F. D’Amico, Mimmo Rotella. Disegni, Torino 2008; Mimmo Rotella. Lamiere (catal., Catanzaro), a cura di A. Fiz, Milano 2008; Mimmo Rotella. Opere su carta (catal.), a cura di Id., Milano 2008; R. Playing Artypo (catal.), a cura di L.M. Barbero, Milano 2008; Mimmo Rotella. Roma, Parigi, New York (catal.), a cura di A. Fiz, Milano 2009; A. Berton - R. Perna, Mimmo Rotella e la Galerie J, Milano 2012; Mimmo Rotella. Décollages e retro d’affiches (catal.), a cura di G. Celant, Milano 2014; Mimmo Rotella. Catalogo ragionato. Volume primo 1944-1961, a cura di Id., Milano 2016.