rottamatore
s. m. e agg. Chi si occupa della rottamazione, in particolare di autoveicoli; in senso figurato, chi si propone di rinnovare scenari o partiti politici, contribuendo all’eliminazione di personaggi o figure di riferimento, ritenuti non più idonei alla situazione attuale; a esso relativo.
• Quanto a molti dirigenti ex popolari usciti malconci dall’assemblea di sabato, va loro riconosciuto il diritto almeno all’autodifesa visto che [Matteo] Renzi incarna di per sé ‒ al di là dei suoi intenti rottamatori ‒ la potenziale fine del loro ciclo politico. (Stefano Menichini, Europa, 9 ottobre 2012, p. 1, Prima pagina) • Per una di quelle ironie della sorte che costellano la storia degli uomini, soprattutto quando presumono troppo da se stessi e dagli altri, la stagione del grande rottamatore ‒ che avrebbe dovuto svilupparsi e concludersi con la rottamazione della vecchia politica e una riforma epocale in grado di cambiare letteralmente il Paese ‒ si sta sviluppando e minaccia di chiudersi, sulla falsariga della vecchia politica che avrebbe dovuto rottamare e sostituire con una serie di riforme epocali. (Piero Ostellino, Giornale, 28 giugno 2015, p. 1, Prima pagina) • [Matteo Renzi] non nasconde, pur parlando della personalizzazione della campagna referendaria come qualcosa che sta alle spalle e da cui si sarebbe in parte emendato, che il 4 dicembre sarà il giorno del giudizio su di lui. Ovvero si deciderà sulla rottamazione, o meno del rottamatore. (Mario Ajello, Messaggero, 19 novembre 2016, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal v. tr. rottamare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
- Già attestato nel Corriere della sera del 15 dicembre 1988, p. 29, Motori (Manuel Vigliani), usato in senso proprio.