rotto
Nel senso di " rottura ", " spaccatura ", " fessura ", in If XIX 44 (Lo buon maestro... mi giunse al rotto), anche se qui si tratta non di una spaccatura ma di un " buco " (Buti), cioè il foro in forma di pozzetto dove sono ficcati i simoniaci.
Sulla testimonianza di questo luogo è stato interpretato dai commentatori anche antichi come sostantivo pure il r. di Pg IX 74 là, dove pareami prima rotto, / pur com'un fesso che muro diparte, / vidi una porta: " pareva la porta del Purgatorio al poeta non porta ma una fessura o un buco, come si suole alcuna volta in un muro vedere " (Daniello); " questo rotto e questo fesso... rappresentano il parere che fa di lontano angusta ogni apertura e seno e il venirsi all'occhio di chi le si approssima dilatando " (Tommaseo); alcuni codici leggono anzi che colà dove mi parea un rotto (cfr. Petrocchi, ad l.); ma sembra più opportuno intendervi un participio passato; v. ROMPERE.