MEDVEDEV, Roy Aleksandrovič
Pubblicista e politico russo, nato a Tiflis il 14 novembre 1925. Studente di filosofia nelle università di Leningrado e Mosca, espulso dal PCUS nel 1969, ha svolto attività nel Comitato sovietico per i diritti dell'uomo, firmando con gli scienziati A. D. Sacharov e F. V. Turčin (19 marzo 1970) una lettera a Brežnev, Kosygin e Podgornyj per una democratizzazione imposta dalle esigenze del progresso tecnico-economico, e tuttavia compatibile con la funzione direttiva del partito nella vita economica, politica e culturale. Successivamente si è impegnato per la liberazione del fratello Žores, anch'egli esponente del dissenso, internato per qualche tempo in un manicomio nell'estate del 1970. Tra le sue opere, tutte pubblicate all'estero: i saggi sulla storia della genetica sovietica scritti in collaborazione col fratello (trad. it., Ascesa e caduta di Lysenko, Milano 1971), dove si colpisce la pretesa di edificare una scienza sulla base di astratti presupposti ideologici; Let history judge. The origins and consequences of stalinism, 1972 (trad. it. Milano 1972), ampia ricerca storica compiuta su fonti prevalentemente inedite e su interviste; un saggio sulla rivoluzione russa (trad. it., La rivoluzione d'ottobre era ineluttabile?, Roma 1976), inteso a indicare la possibilità di soluzioni alternative rispetto alle decisioni prese in effetti dai bolscevichi nel 1917; Kniga o socialističeskoj demokratii, 1972 (trad. it., La democrazia socialista, Milano 1977), che offre un'analisi della società sovietica negli anni Sessanta; Khrushchev. The years in power, 1976 (trad. it. Milano 1977), anch'essa in collaborazione con Žores, che è la migliore ricostruzione disponibile del periodo chruščëviano. M. si è qualificato come rappresentante del dissenso sovietico d'impostazione marxista, vicino ad alcune posizioni generalmente attribuite all'"eurocomunismo" (libertà di espressione, pluralismo, critica dell'accentramento burocratico nella vita politica ed economica). La sua rivista Dvadcatyj Vek ("Ventesimo secolo"), che esce a Mosca clandestinamente dal 1975, rappresenta un contraltare di Kontinent, diretta nell'esilio da A. Solženicyn (un'antologia di Dvadcatyj Vek è stata pubblicata in inglese e in italiano, Dissenso e socialismo. Una voce marxista nel Samizdat sovietico, pref. di V. Strada, Torino 1977). Per la polemica con Solženicyn, v. anche l'Intervista sul dissenso in URSS, a cura di P. Ostellino, Roma-Bari 1977, pp. 88, 103-05, 124-26.
Bibl.: B. Lewytzkyj, Die linke Opposition in der Sowjetunion, Amburgo 1974; C.A. Linden, Medvedev's marxism - modernity with freedom?, in Problems of Communism, XXV (1976), pp. 64-67.