Walker, Roy
Scenografo cinematografico inglese. Fin dalle sue prime esperienze professionali ha lavorato per importanti e impegnative imprese produttive, spesso ricostruendo ambientazioni di notevole impatto visivo per grandi registi con i quali ha operato un'attenta ricerca sull'immagine cinematografica, senza però dimenticare di riferirsi alle altre arti come la pittura o l'architettura. Nel 1976 gli è stato assegnato il premio Oscar per la scenografia e l'arredamento (condiviso con Vernon Dixon e Ken Adam) per il film Barry Lyndon (1975) diretto da Stanley Kubrick.
Iniziò a lavorare a metà degli anni Sessanta come assistente art director in importanti film statunitensi e britannici, tra cui Doctor Zhivago (1965; Il dottor Zivago) di David Lean, A man for all seasons (1966; Un uomo per tutte le stagioni) di Fred Zinnemann, Oliver! (1968) di Carol Reed. Ancora per Lean lavorò in Ryan's daughter (1970; La figlia di Ryan), per il quale sfruttò la suggestiva ambientazione naturale dell'Irlanda ai tempi della Prima guerra mondiale. Collaborò poi con Richard Fleischer in The last run (1971; L'ultima fuga) e con William Friedkin in Sorcerer (1977; Il salario della paura). L'incontro più significativo della sua carriera avvenne però nel 1975, e fu quello con Kubrick, sul set di Barry Lyndon. Sul piano iconografico, il film è una vera e propria rivisitazione del Settecento inglese con riferimenti alla pittura (evidenti i richiami a J. Reynolds, T. Gainsbourgh, J.M. Turner, W. Hogarth), all'architettura e all'arte dei giardini. Di grande suggestione le scene girate nel parco di Howard Castle, nello Yorkshire e quelle in interni, sempre a luce naturale, rischiarata da candele. W. tornò a lavorare con Kubrick nel 1980, per The shining (Shining), girato all'Overlook Hotel che in realtà non esiste: gli esterni sono infatti quelli di un albergo nell'Oregon, mentre gli interni vennero ricostruiti in studio, in Inghilterra, sulla base di una documentazione composta da migliaia di foto scattate in centinaia di alberghi diversi negli Stati Uniti. La rivelazione del paradosso temporale in cui lo scrittore Jack Torrance sta per essere irretito avviene in una ricca toilette, i cui colori dominanti sono il bianco e il rosso. Di rilievo i motivi della greca, che torna ossessivamente ovunque e del labirinto presente nel giardino dell'albergo, il cui modellino in scala è esposto nella hall e ricorda, visto dall'alto, la struttura di un cervello elettronico. Sempre come production designer, ha curato poi le scenografie di Yentl (1983) di Barbra Streisand, con una raffinata ricostruzione di una Lublino fine Ottocento, di The killing field (1984; Urla del silenzio), City of joy (1992; La città della gioia) e The scarlet letter (1995; La lettera scarlatta), tutti diretti da Roland Joffé, del musical Little shop of horrors (1986; La piccola bottega degli orrori) di Frank Oz e di Good morning Vietnam (1987) di Barry Levinson.
Nel 1999 W. ha lavorato all'ultimo film di Kubrick, Eyes wide shut, produzione complessa, nel quale la Vienna del racconto originale di A. Schnitzler diventa New York, ma una falsa New York, le cui strade, in realtà, sono state o proiettate o ricostruite in studio a Londra. Questa sensazione di perdita dell'orientamento spaziale contribuisce a creare l'atmosfera onirica del film. Sempre nel 1999, W. ha allestito le scenografie per altri film di grande impegno produttivo, come The talented Mr. Ripley (Il talento di Mr Ripley) di Anthony Minghella e Waterproof di Barry Berman.