RUANDA (XXX, p. 200; XXXIV, p. 840; App. III, 11, p. 637)
Già sotto amministrazione fiduciaria belga, unitamente all'Urundi (oggi Burundi), dal 1962 il R. è repubblica indipendente, e di tipo presidenziale. Su 26.338 km2 di superficie vivevano - al censimento 1970 - 3.735.585 ab. (4.289.000, secondo una stima del 1976).
Kigali, la capitale, contava 54.403 ab. nel 1970; altri centri importanti sono Gisenyi (6300 ab.), Butare (8400), Nyanza (4600), nonché Cyangugu e Gitarama (9400). Nella popolazione prevalgono 3 gruppi etnici: gli Hutu (2.520.000, al 1970), i Tutsi (500.000) e gli Twa (20.000); i primi, bantu; i secondi, nilotici; i terzi, pigmoidi. Pur rappresentando soltanto il 15% della popolazione, i Tutsi erano un tempo la casta dominante; ora sono ridotti al 9%, dopo i disordini del 1959-61, i massacri del 1964 e i conseguenti esodi.
Lo stato è suddiviso in 10 prefetture, come risulta dalla tab. seguente.
Condizioni economiche. - I seminativi e le colture legnose agrarie coprono poco più del 33% del territorio; i prati e i pascoli permanenti arrivano al 31%; il 12,5% è boscato. Fra i principali prodotti agricoli nel 1976 si raccolsero la batata (6,75 mil. di q, su 87.000 ha, la manioca (4,16 mil. di q, su 35.000 ha), il sorgo (1,4 mil. di q), la patata (1,57 mil. di q), il granturco (600.000 q). Importanti i prodotti destinati all'esportazione: caffè (140.000 q), arachidi (140.000 q), tè (40.000 q), tabacco (10.000 q). C'è inoltre produzione di piretro, anch'esso destinato all'esportazione. Il patrimonio zootecnico nel 1976 consisteva in 717.000 bovini, 252.000 ovini, e 570.000 caprini. L'attività estrattiva nel 1975 si è compendiata soprattutto in minerali di stagno (1250 t di stagno contenuto) e di tungsteno (500 t di WO3). Si ricavò anche 1 milione di m3 di gas naturale (Lago Kiwu). L'energia elettrica (35.000 kW di potenza installata) è prodotta da quattro modesti impianti idrici (34.000 kW); nel 1975 la produzione è stata di 140.000.000 di kWh. Non vi sono attività industriali - all'infuori di quella estrattiva - oltre a una birreria e a qualche attrezzatura per le prime lavorazioni di caffè, tè, tabacco e per la produzione di burro e di formaggio.
Nel quadriennio 1973-76 il commercio con l'estero ha avuto un rilevante aumento nelle importazioni, da 2,8 a 9,6 miliardi di franchi (i franco del Ruanda = 9,33 lire italiane nel 1978), e un aumento pure nelle esportazioni, da 2,7 a 7,5 miliardi, basate soprattutto su caffè, cassiterite, tungsteno, tè e piretro. Oltre 8000 km di strade, di cui 3100 principali (1976). A Kigali c'è un aeroporto internazionale.
Storia. - Nel territorio di amministrazione fiduciaria affidato dall'ONU al Belgio (che univa il R. all'Urundi) la situazione agl'inizi degli anni Sessanta appariva confusa e tesa, per il contrasto fra i due gruppi etnici: gli aristocratici Tutsi e i rurali Hutu che nell'autunno 1959 si erano violentemente ribellati alla tradizionale supremazia dei primi. Nell'ottobre 1960 - sulla via ormai definita dell'indipendenza, favorita dal governo belga - fu instaurato un governo provvisorio (sei ruandesi Hutu e due belgi) presieduto da G. Kayibanda; nel gennaio 1961, per iniziativa dei responsabili Hutu, che detenevano ormai il potere, fu proclamata la Repubblica (ratificata nel settembre da un referendum, tenuto per volontà dell'ONU).
Migliaia di Tutsi si rifugiarono nei paesi confinanti, iniziando un'attività terroristica nel Ruanda. Il 1° luglio 1962 fu proclamata l'indipendenza secondo le decisioni dell'ONU, cui il R. fu ammesso il 18 settembre. Principale problema del R. indipendente è stata la difesa dai tentativi di restaurazione monarchica e dalle azioni degli emigrati Tutsi (nel dicembre 1963 si scatenò una feroce reazione contro il terrorismo, con il massacro di migliaia di persone appartenenti al gruppo etnico dei Tutsi); grazie al prestigio del presidente Kayibanda, confermato nelle elezioni dell'ottobre 1965 (da quell'anno il Mouvement démocratique républicain, o Parmehutu, detiene tutti i seggi dell'Assemblea nazionale) e del settembre 1969, si realizzò una certa pacificazione nazionale, pur se nei posti di responsabilità (a parte la Chiesa e l'università, fondata a Butare nel 1963) prevalevano nettamente gli Hutu. Quanto alla politica estera il R. si è inserito nelle organizzazioni di cooperazione dei paesi africani francofoni e ha stretto rapporti piuttosto con gli stati dell'Occidente; nel gennaio 1964 ruppe l'Unione economica con il Burundi, mentre nel 1966 segnò una serie di accordi di cooperazione con lo Zaire (che l'anno dopo concordò rapporti preferenziali con il R. e il Burundi).
Una crescente tensione fra il gruppo detentore del potere (originario della regione centrale di Gitarama) e le altre etnie Hutu, in particolare quelle del Nord, ha condotto il 5 luglio 1973 a un colpo di stato militare, guidato dal gen. J. Habyalimana, postosi a capo di un Comitato per la pace e l'unità nazionali. Il nuovo regime, disciolti il Parmehutu e l'Assemblea nazionale, ha rafforzato i poteri dell'amministrazione centrale, ha abbandonato il precedente nazionalismo economico e ha accentuato il processo di pacificazione fra Hutu e Tutsi. Tutta la struttura politico-amministrativa del R. fa capo al Movimento Rivoluzionario Nazionale per lo Sviluppo (MRND), fondato nel luglio 1975. Il R. ha poi esteso rapporti e accordi di collaborazione internazionale con i paesi vicini (Tanzania, Burundi, Zaire; con gli ultimi due ha costituito nell'aprile 1976 la Comunità Economica dei Paesi dei Grandi Laghi, CEPGL), con stati europei (Belgio, Francia, Italia, visitati da Habyalimana nel 1976), arabi e asiatici.
Bibl.: R. Cornevin, Le Rwanda, Parigi 1963; R. Lemarchand, Rwanda & Burundi, Londra 1970; J. Vanderlinden, La République Rwandaise, Parigi 1970; B.P. De La Mairieu, Le Rwanda, Bruxelles-Kigali 1972; C. Carbone, Colonialismo e neo-colonialismo. La vicenda storica del Rwanda e del Burundi, Palermo 1974.