rubino
Ricorre soltanto due volte nell'opera dantesca e limitatamente al Paradiso. Al caldo splendore del r. e del topazio (pietre preziose di cui i lapidari vantavano su tutte le altre la luminosità) D. affida talvolta la funzione di rappresentare con maggiore concretezza l'ineffabile luce degli spiriti glorianti. Di quelli che nel cielo di Giove si dispongono in figura di una grande aquila imperiale si dice che parea ciascuna rubinetto in cui / raggio di sole ardesse sì acceso, / che ne' miei occhi rifrangesse lui (Pd XIX 4), dove il diminutivo è soltanto formale o, se mai, sta a significare il rapporto tra la singola gemma e il grande gioiello che essa concorre a formare. Più oltre, nell'Empireo, dal fiume dei beati uscian faville vive, / e d'ogne parte si mettien ne' fiori, / quasi rubin che oro circunscrive (XXX 66): le stesse faville che poco più avanti (v. 76) sono chiamate topazi, il che dimostra che a D. non interessa la precisa tonalità cromatica quanto la luce calda, solare, trionfante di queste pietre.
Qui è da notare che la rilevata bellezza dell'accordo del r. con l'oro ha un'illustre tradizione che parte da Eccli. 32, 7 " Gemmula carbunculi in ornamento auri ", e arriva a L'Intelligenza 34 " adorna sta in anella ed in corone ". Accanto al r. è da porre il balasso, per similarità e di colore (ne è una varietà meno pregiata, tendente al violaceo, che prende nome dall'asiatico luogo di origine, il Balascian) e di presentazione (anch'esso, come il rubinetto, è visto nell'attimo di vibrazione luminosa provocata dal sole che vi si rifrange): Pd IX 67-69 L'altra letizia, che m'era già nota / per cara cosa, mi si fece in vista / qual fin balasso in che lo sol percuota; si tratta dell'anima del trovatore Folchetto di Marsiglia (cielo di Venere), che preannunzia con un subito fulgore la sua volontà di parlare.
Bibl. - F. Crivelli, Le pietre nobili nelle opere di D., in " Giorn. d. " XLVIII (1940) 49-66; A. Levavasseur, Les pierres précieuses dans la Divine Comédie, in " Revue Études Ital. " n.s., IV (1957) 31-100; A. Lipinskv, La simbologia delle gemme nella " D.C. " e le sue fonti letterarie, in Atti I Congresso naz. studi danteschi, Firenze 1962, 140-141.