BINDING, Rudolf
Poeta, nato a Basilea il 13 agosto 1867, figlio del giurista Carlo Binding. Vive a Starnberg in Baviera.
Fu scoperto poeta da D'Annunzio, durante un suo soggiorno a Firenze al principio del secolo; e fino dalle prime opere (la raccolta di versi Erwachen, 1913; i volumi narrativi: Legenden der Zeit, 1910; Die Geige, 1913) rivelò una sua raffinata personalità di artista, nervosamente moderna di tono, ma educata al gusto dei classici e al culto della bellezza antica (v. l'autobiografia Erlebtes Leben, 1928). Conservò anche in seguito tale modo di spiritualità e di poesia (v. Keuschheitslegende, 1919; Moselfahrt aus Liebeskummer, 1934), e particolarmente la Reitvorschrift für eine Geliebte (1927) è scrittura deliziosa per l'eleganza negli sviluppi del pensiero e per il nitore dello stile. Ma nella guerra combattuta al fronte (v. Nach dem Krieg, 1925) la profondità dell'esperienza umana offerse anche alla sua poesia la sua più ricca sorgente d'ispirazione. Le novelle di guerra (Unsterblichkeit, 1921; Vingult, 1923; Wir fordern Reims zur Übergabe auf, 1935, ecc.) e le liriche di guerra (Stolz und Trauer) dominano una complessa e compatta materia emotiva, plasmandola in immagini di plastica potenza e di compiuta interiore armonia. Le migliori liriche sono state raccolte recentemente dal Bindíng stesso nel volumetto Die Geliebten (1937). Nei riguardi del nazionalsocialismo il Binding fu fra i primi ad assumerne le difese con la Antwort eines Deutschen an die Welt (1933).
Cfr. le: Gesammelte Werke, voll. 5, Francoforte 1925-37.
Bibl.: A. Soergel, R. B., Lipsia 1934.