Scrittore tedesco (Königsberg 1877 - Vipiteno 1945). Formatosi nel clima della raffinata cultura germanica di fine secolo, cui diedero una impronta decisiva poeti come George e Hofmannsthal, venne sviluppando un concetto aristocratico di letteratura come "restaurazione creativa", in cui il recupero dei valori della tradizione classica e umanistica si traduce soprattutto in un severo culto della forma. Fu profondo conoscitore della civiltà romanza, e in primo luogo di quella italiana, soggiornò più volte e a lungo nella penisola (notevolissime le pagine sulla Villa [1907], nate dalle peregrinazioni nella campagna pisana, senese e lucchese) e tradusse fra l'altro Dante, cimentandosi in ardui esperimenti di preziosi calchi linguistici: e appunto nella "Nachdichtung", B. ha lasciato splendide prove. Convincono poco, invece, le prove poetiche in proprio (Das Buch Joram, 1907; Pindarische Gedichte, 1931, ecc.), mentre più dense risultano le pagine narrative (ricordiamo: Der unwürdige Liebhaber e Vereinigung durch den Feind hindurch) spesso notevoli per la rara e sottile penetrazione psicologica.