KASSNER, Rudolf
Scrittore e filosofo austriaco, nato a Gross-Pawlowitz (Moravia) l'11 settembre 1873, morto a Sierre (cantone svizzero di Wallis) il 1° aprile 1959. Figlio d'un grande possidente terriero originario della Slesia, studiò storia e filosofia nelle università di Vienna e di Berlino, avendovi a maestri - fra gli altri - Th. Mommsen, H. Treitschke, Erich Schmidt, A. Harnack, e visse poi quasi sempre nella capitale austriaca (ma anche in Francia e Inghilterra), intrattenendo rapporti d'amicizia e di spirituale sodalizio con i maggiori esponenti della letteratura europea contemporanea quali Rilke, Hofmannsthal, Wilde, Gide, Valéry (cfr. i suoi volumi, largamente autobiografici, Buch der Erinnerung, Lipsia 1938; Die zweite Fahrt, Erlenbach-Zurigo 1946; Umgang der Jahre, ivi 1949).
K. occupa un posto singolare nel panorama della cultura tedesca contemporanea per l'originale fusione di intuizione e ragione che caratterizza tanto le sue pagine saggistiche quanto quelle più propriamente creative, intessute entrambe di immagini che tendono, nella loro pregnanza, ad attingere l'universalità del concetto. Questo ammodernato "platonismo" in virtù del quale K. ha rinverdito il mito del poeta-filosofo, si annunzia fin dal suo primo libro, Die Mystik, die Künstler und das Leben (Lipsia 1900), opera - a suo stesso giudizio - "più d'un veggente che d'un giudicante", nel volume Der Tod und die Maske (ivi 1902), in cui la tendenza predominante dello spirito di K. si esercita nella forma a lui congeniale della "novella filosofica", e in Melancholia (Berlino 1908), forse il frutto più significativo e fecondo della sua produzione giovanile.
Il discorso critico e filosofico di K., che è venuto sempre più trovando nella misura del saggio il modulo più schietto d'espressione, ha poi registrato un primo punto fermo negli Essays (Lipsia 1923), mentre già in Zahl und Gesicht (Lipsia 1919) getta le basi di quella singolare e onnicomprensiva fenomenologia della realtà che, sotto il segno di una "fisiognomica panteistica" intesa a scoprire e interpretare il "volto" delle cose, ha trovato matura e completa formulazione in Grundlagen der Physiognomik (Lipsia 1922), Das physiognomische Weltbild (Monaco 1930) e soprattutto Physiognomik (Wiesbaden 1932). K. ha poi sviluppato i criterî che sono alla base di questa sua interpretazione misticheggiante e immaginosa del reale in tutte le sue diverse manifestazioni, in una serie di opere coeve e successive - dopo Der indische Idealismus (Monaco 1903), Die Moral der Musik (Lipsia 1905), Motive (Berlino 1906), Von den Elementen der menschlichen Grösse (Lipsia 1911), Der indische Gedanke (ivi 1913) - quali Die Verwandlung (Lipsia 1925), Die Mythen der Seele (ivi 1927), Narciss oder Mythos und Einbildungskraft (ivi 1928), Das Buch der Gleichnisse (Berlino 1934), Anschauung und Beobachtung zur vierten Dimension (Berlino 1938), Transfiguration (Erlenbach-Zurigo 1946), Der Zauberer. Gespräch und Gleichniss (ivi 1955), ecc.
Bibl.: A. Pellegrini, in Incontri in Europa, Milano 1947; T. Wieser, Die Einbildungskraft bei R. K., Zurigo 1949; R. K. zum achtzigsten Geburtstag, ivi 1953; F. Lennartz, Deutsche Dichter und Schriftsteller unserer Zeit, 8ª ed., Stoccarda 1959, pp. 368-376.