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PANNWITZ, Rudolf

di Karl Löwith - Enciclopedia Italiana (1935)
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PANNWITZ, Rudolf

Karl Löwith

Scrittore tedesco, nato a Krossen sull'Oder il 27 maggio 1881. Vive già da lungo tempo in assoluta solitudine nell'isola Calamotta presso Ragusa (Dalmatinische Einsamkeiten, 1924).

Era in origine vicino al gruppo di Stefan George e appattiene a quelli generazione di "scrittori-filosofi" che conta Leopold Ziegler, O. Spengler, L. Klages e Broder Christiansen. Come costoro, ha agito soprattutto sulla gioventù libero-tedesca (freideutsche Jugend), che prima e dopo la guerra mondiale ha cercato nel caos delle opinioni cangianti una nuova finalità e un nuovo contenuto della vita. Per difetto di una filosofia normativa e di una superiore facoltà poetica il P. si è volentieri definito da sé un poeta-filosofo e si è creato un linguaggio tanto singolare quanto arbitrario, ma che può afferrare per serietà, stringatezza e pathos un lettore dotato di pazienza, senza tuttavia raggiungere mai l'alato slancio del linguaggio del Nietzsche, a cui il P. s'ispira nella forma come nel pensiero (v. la Einführung in Nietzschc, 1920, e le Dionysische Tragödien, 1913, in cui il P. si presenta come suo continuatore). Egli iniziò nel 1904 la sua lotta contro la cultura del suo tempo su due fronti, contro cioè il materialismo economico e contro il formalismo estetico, fondando con Otto zur Linde la rivista Charon e facendo seguire opere varie di critica e di pedagogia, le quali mirano a una riforma dell'insegnamento (Der Volksschullehrer u. die deutsche Sprache, 1907; Das Werk der deutschen Erzieher, 1909).

Già durante la guerra il P. aveva raccolto le sue idee "per il riordinamento di una cultura tedesco-europea" (Die Krisis der europäischen Kultur, 1917). Seguirono un piano di politica tedesco-europea (Deutschland u. Europa, 1918), una Rede an die deutsche Jugend (1922), e, come continuazione di Krisis, la sua principale opera filosofica, Kosmos Atheos (1926), il vol. I di una Staatslehre (1927) e infine Logos, Eidos, Bios (1930), dove il P., orientandosi verso l'antichità classica, svolge una critica assai notevole dei moderni indirizzi scientifici. Tuttavia la determinazione positiva delle sue idee, meglio che nelle opere filosofiche, gli è riuscita forse nei componimenti poetici di tono classicheggiante: Prometheus (1902), Psiche (1905), Das Kind Aria (1919) e il dramma Baldurs Tod (1915). L'autobiografia del P. è contenuta in Die Pädagogik der Gegenwart in Selbstdarstellungen (1927).

Vedi anche
filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. 1. Definizioni La filosofia può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande ... tedesco Il complesso dei dialetti della famiglia germanica occidentale, diffusa come lingua nazionale e ufficiale nelle attuali Germania, Austria e parte della Svizzera (➔ Germania).
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    Poeta e pensatore tedesco (Crossen sull'Oder 1881 - Ciona-Carona, Canton Ticino, 1969). Visse dal 1921 al 1948 su una piccola isola della Dalmazia; in seguito si trasferì nel Canton Ticino. Influenzato da S. George e da F. Nietzsche, in clima ancora naturalistico si affermò come uno dei più accesi esponenti ...
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