Patologo (Schivelbein, Pomerania, 1821 - Berlino 1902), professore di anatomia patologica nell'università di Würzburg (1849), poi in quella di Berlino (1856-1902). Socio straniero dei Lincei (1877). Autore della dottrina della "patologia cellulare", vera pietra miliare nella storia della medicina (1855), contribuì con i suoi studî anche alle conoscenze sull'infiammazione, sui tumori, sulla tubercolosi, le leucemie, le embolie, ecc. Estese, inoltre, i proprî interessi a campi diversi della patologia e compì vasti studî di etnologia e di archeologia preistorica e protostorica, nonché fondamentali ricerche in tema d'antropologia, frutto delle quali furono la monumentale opera Crania ethnica Americana (1892), e i fondamentali contributi allo studio del cranio umano. Fu anche notevole uomo politico. Partecipò alla rivoluzione del marzo 1848, perdendo l'anno successivo, a causa delle sue idee repubblicane, la cattedra di anatomia patologica a Würzburg. Chiamato nel 1856 all'università di Berlino, deputato al parlamento prussiano (1861) e poi al Reichstag (1862-93), fu oppositore di Bismarck e, al tempo stesso, dell'influenza culturale e politica della Chiesa cattolica.