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RUFINO

di Luigi Russo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 89 (2017)
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RUFINO

Luigi Russo

– Sconosciuta la famiglia di provenienza, fu monaco a Montecassino per un periodo imprecisato e poi arcivescovo della sede di Sorrento negli anni Ottanta del XII secolo.

A lui si deve il trattato De bono pacis, oggi ritenuto «il prodotto più originale della cultura meridionale del XII secolo» (Oldoni, 2003, p. 401), unica testimonianza della sua attività, databile agli anni 1174-77 grazie alle ricerche di Roman Deutinger presentate nella recente edizione del testo (a cura di R. Deutinger, 1997, pp. 20-22).

Per molto tempo nella figura di Rufino sono confluiti personaggi diversi: da un lato il celebre canonista commentatore del Decretum di Graziano e di alcune glosse attivo negli anni Sessanta del XII secolo, dall’altra un omonimo vescovo di Assisi citato in un documento cassinese del 1180 con il titolo di magister (Deutinger, 1999, pp. 10 s.; l’identificazione tra il commentatore e il vescovo di Assisi, sebbene solitamente accolta dalla storiografia non è fondata su basi documentarie certe, come rilevato da Fiori, 2013, p. 1757), quindi un canonista che partecipò ai lavori del terzo Concilio Lateranense del 1179 pronunciando il discorso di apertura dei lavori conciliari (il testo è in Morin, 1928, pp. 116-120, che lo identifica nel vescovo assisiate in effetti anche lui presente al Concilio Lateranense), infine l’autore del De bono pacis, attribuito a un arcivescovo sorrentino in realtà per molto tempo ritenuto – erroneamente – dalla storiografia lo stesso vescovo di Assisi promosso alla sede arcivescovile campana (così Benson, 1965, pp. 779 s.). Che il testo sia opera di quest’ultimo Rufino appare dimostrato senza alcun dubbio dalla dedica del testo all’abate Pietro II di Montecassino (1174-86) presente nel manoscritto più vicino al testo originale in Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino, 238, in cui l’autore si definisce «Rufinus eadem gratia Surrentinus ecclesie minister, licet inutilis» (Rufinus von Sorrent, De bono pacis, cit., p. 48), ed è invece assente negli altri due manoscritti (Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek, clm 18779; Bernkastel-Kues, St. Nikolaus-Hospital, 220, quest’ultimo contenente solo il libro primo).

Nel De bono pacis Rufino affronta il tema della pace trattando prima degli esseri superiori (libro I, capp. III-XI) e quindi rivolgendosi agli uomini (libro I, capp. XII-XVI). Egli individua tre tipi di pace che riguardano gli esseri umani con se stessi: «una enim malorum est, alia bonorum, tertia beatorum» (De bono pacis, cit., p. 84). A partire dal libro secondo Rufino affronta il tema della pace con gli altri uomini teorizzando l’esistenza di una triplice tipologia di pace: «Una enim pax Egipti est, alia Babiloniae, tertia Ierusalem» (p. 102). La prima rappresenta l’accordo dei malvagi a fini perversi, la seconda l’accordo tra buoni e malvagi a fini difensivi, l’ultima la vera pace, propria della Societas Christiana. Nella formulazione rufiniana il modello binario del sistema di pensiero agostiniano – punto di riferimento della sua analisi – appare riformulato in un sistema tripartito di grande originalità. In esso ampio spazio è dedicato al termine medio, la pace di Babilonia, la quale può essere coltivata e stretta anche con pagani e barbari («Magna differentia pax hec ab Egipti pace disterminatur, cum illa [...] respuenda semper sit, hec appetenda sepius et colenda, non tantum cum domesticis et fidelibus, sed etiam cum extraneis, cum barbaris, cum paganis»: p. 126) sulla scorta di una casistica tratta dalle vicende veterotestamentarie del popolo di Israele. Parimenti, Rufino ricorda che la pace di Babilonia non può mai essere stretta con alcuni soggetti individuati nelle categorie di pestilentes, persequentes, rebelles (p. 128); a costoro dovrà perciò essere negata qualsiasi forma di pacificazione, e anzi si potrà muovere senz’altro guerra.

Si tratta di una testimonianza delle lacerazioni interne dell’Italia comunale accentuate dallo scontro tra Papato e Impero all’epoca in cui il trattato venne composto (Oexle, 2001, pp. 548-551; Malegam, 2013, pp. 287 s.). A riprova di ciò stanno gli immediati chiarimenti formulati in merito a coloro verso i quali non è possibile giungere ad alcuna pacificazione: si tratta non solo di soggetti estranei, ma anzi di concittadini e persino di consanguinei («non solum autem cum extranei sunt huiusmodi contagiosi, sed etiam cum cives, domestici, fratres, filii vel parentes extiterint»: De bono pacis, cit., pp. 128-130). Nei loro riguardi non può esistere alcun accordo, se non il ricorso alla violenza, la stessa invece proibita – sulla scorta dell’insegnamento agostiniano esplicitamente richiamato – contro i popoli confinanti sola regni cupiditate (p. 132). Il trattato si chiude con l’analisi della pace piena, quella di Gerusalemme che, tuttavia, secondo Rufino non può essere pienamente ottenuta dalla Chiesa nel mondo terreno a causa delle trame dei suoi nemici.

Nessuna informazione è reperibile del periodo di episcopato di Rufino a Sorrento: non ha lasciato alcuna traccia nella documentazione locale. Il suo successore, Alferio, è attestato a partire dall’anno 1192 (Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae, 1873-1886, p. 926). Appare dunque verosimile che sia scomparso a inizio degli anni Novanta del XII secolo.

Fonti e Bibl.: Rufini episcopi incertae sedis De bono pacis libri II, in B. Pez, Bibliotheca ascetica antiquo-nova [...], IX, Regensburg 1726, pp. 3-110; edizione poi ripresa in PL, 150, a cura di J.-P. Migne, Parigi 1854, coll. 1591-1638. L’edizione critica di riferimento è Rufinus von Sorrent, De bono pacis, a cura di R. Deutinger, Hannover 1997 (un’ottima ricapitolazione della tradizione testuale è nella attenta recensione di L. Löfstedt, in Cahiers de civilisation médiévale, XLII (1999), pp. 406-408). Dell’opera esiste anche un’edizione con traduzione italiana e riproduzione facsimile del manoscritto cassinese, che opta per l’identificazione del vescovo di Assisi con l’arcivescovo sorrentino ma non è esente da pecche: Magistri Rufini episcopi De bono pacis, a cura di A. Brunacci - G. Catanzaro, Assisi 1986. Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae, a cura di P.B. Gams, Regensburg 1873-1886 (rist. Graz 1957), pp. 669 (Rufino II di Assisi), 926 (Rufino di Sorrento); Die Summa Decretorum des Magister Rufinus, a cura di H. Singer, Paderborn 1902, pp. LXV-LXXIX; H. Fuchs, Augustin und der antike Friedensgedanke. Untersuchungen zum neunzehnten Buch der Civitas Dei, Berlin 1926, pp. 224-226; G. Morin, Le discours d’ouverture du concile general du Latran (1179) et l’oeuvre littéraire de Maître Rufin, évéque d’Assise, in Atti della Pontificia Accademia romana di archeologia, s. 3, Memorie, II (1928), pp. 113-133; F. Di Capua, Il canonista R. e il suo trattato “De bono pacis”, in Atti del III Congresso nazionale di studi romani, II, Bologna 1935, pp. 89-99 (poi riedito in Id., Scritti minori, II, Roma 1959, pp. 216-225); Y. Congar, Maître Rufin et son “De bono pacis”, in Revue des sciences philosophiques et theologiques, XLI (1957), pp. 428-444; R.L. Benson, Rufin, in Dictionnaire de droit canonique, VII, Paris 1965, pp. 779-784; A. Gouron, Sur les sources civilistes et la datation des Sommes de Rufin et d’Étienne de Tournai, in Bulletin of Medieval canon law, n. s., XVI (1986), pp. 55-70 (poi riedito. in Id., Droit et coutume en France aux XIIe et XIIIe siècles, Aldershot 1993); K. Arnold, De bono pacis. Friedensvorstellungen in Mittelalter und Renaissance, in Überlieferung - Frömmigkeit - Bildung als Leitthemen der Gerichtsforschung. Vorträge beim Kolloquium aus Anlass des 80. Geburtstages von Otto Meyer, a cura di J. Petersohn, Wiesbaden 1987, pp. 133-154; G. Catanzaro, Magister Rufinus, vescovo di Assisi nel sec. XII, in Atti dell’Accademia properziana del Subasio - Assisi, s. 6, XIV (1987), pp. 243-257; A. Simonetti, Rufino di Assisi e il cod. C 30 Sup. dell’Ambrosiana, in Studi medievali, s. 3, XXXI (1990), pp. 125-142; R. Weigand, Rufinus, Kanonist, Bischof von Assisi, Erzbischof von Sorrent, in Lexicon des Mittelaters, VII, München 1995, p. 1089; R. Deutinger, The decretist Rufinus - a well-known person?, in Bulletin of Medieval canon law, n. s. XXIII (1999), pp. 10-15; G.O. Oexle, Pax und Pactum. Rufinus von Sorrent und sein Traktat über den Frieden, in Italia et Germania. Liber amicorum Arnold Esch, Tübingen 2001, pp. 539-555; M. Oldoni, Guarna, Romualdo, in Dizionario biografico degli Italiani, LX, Roma 2003, pp. 400-403; The history of medieval canon law in the classical period, 1140-1234. From Gratian to the Decretals of pope Gregory IX, a cura di W. Hartmann - K. Pennington, Washinghton D.C. 2008, s.v. Rufinus; A. Fiori, Rufino (XII sec.), in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII - XX secolo), diretto da I. Birocchi et al., II, Bologna 2013, pp. 1756 s.; J.Y. Malegam, The sleep of behemoth: disputing peace and violence in Medieval Europe, 1000-1200, Ithaca-London 2013, pp. 264-267, 286-296.

Vedi anche
Orìgene (alla greca Origène; gr. ᾿Ωριγένης, lat. Origĕnes). - Teologo (n. forse Alessandria tra il 183 e il 185 - m. Tiro 253 o 254). Allievo di Clemente ad Alessandria, si dedicò assai giovane all'insegnamento e il vescovo Demetrio gli affidò la preparazione dei catecumeni. A questo momento risale la sua evirazione ... Teòfilo di Alessandria Patriarca (m. 412) di Alessandria d'Egitto (dal 385). Lottò contro il paganesimo (indusse i fedeli a distruggere il Serapeum con la famosa biblioteca), cercò di moderare la controversia tra s. Girolamo e Rufino, intervenne nelle controversie origeniane dapprima favorendo i seguaci di Origene, poi perseguitandoli. ... Evàgrio Pontico Scrittore e asceta cristiano (n. Ibera, nel Ponto, 346 - m. in Egitto 399). Asceta, fu seguace di Clemente e di Origene. Le sue opere, condannate dal 5º concilio ecumenico come origeniste, ci sono giunte in modo frammentario. Vita e pensiero. Ordinato lettore da Basilio di Cesarea e diacono da Gregorio ... santo Sirìcio papa Sirìcio papa (lat. Siricius, gr. Σιρίκιος), santo. - Romano (m. Roma 399); successe a Damaso (384), invano ostacolato dall'avversario di Damaso, Ursino. Affermò la supremazia del vescovo di Roma su tutto l'Occidente e tenne un concilio (386), curando poi l'applicazione delle norme presso tutti i vescovi ...
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