UBALDINI, Ruggeri
Arcivescovo di Pisa dal 1278 al 1295. Abbiamo su di lui scarse notizie: non si conosce l'anno della sua nascita e non è certo che appartenesse alla famiglia Ubaldini: secondo alcuni sarebbe figlio di Ubaldino della Pila. Prima di essere nominato arcivescovo di Pisa, era arcidiacono della cattedrale di Bologna.
Come molti altri vescovi di quest'epoca appartenenti a grandi famiglie feudali, anche Ruggeri fu un ardente ghibellino, e come tale mal sopportava il governo costituitosi dopo la Meloria, che faceva capo al conte Ugolino della Gherardesca (v. gherardesca) e a Nino Visconti di Gallura, che inclinavano al guelfismo. Ruggeri pensò di sfruttare però la discordia fra i due capi avversarî e concepì un abile piano per liberarsi di entrambi. Al principio del 1288 egli si accordò con Ugolino e lo persuase ad abbandonare temporaneamente la città. Nino Visconti, rimasto solo, dovette cedere alle preponderanti forze ghibelline, capeggiate da Ruggeri e lasciare Pisa. Allora l'arcivescovo si fece proclamare podestà e capitano del popolo (giugno 1288). Presentatosi poco dopo Ugolino per esigere la sua parte nel governo, Ruggeri sollevò contro di lui le principali famiglie ghibelline e il popolo lo fece imprigionare (10 luglio 1288) e poco dopo condannare, sotto l'accusa di tradimento, a morir di fame. È questo l'episodio immortalato nell'Inferno dantesco. Ruggeri tenne la signoria a Pisa per pochi mesi, poiché nel marzo 1289 la cedette a Guido di Montefeltro. Sappiamo pochissimo delle sue vicende ulteriori; sembra che sia morto a Viterbo nel 1295.