DELL'AQUILA (de Aquila), Ruggero
Figlio di Riccardo, conte di Fondi, nacque in data imprecisata nella seconda metà del sec. XII. Nulla è tramandato circa la sua infanzia né si conosce il nome della madre. Viene ricordato per la prima volta nel 1211, quando consegnò all'imperatore Ottone IV Teano e Sessa, da tempo in possesso della sua famiglia, mentre suo padre parteggiava per il pontefice Innocenzo III e il giovane re Federico Il di Svevia. Nel testamento del conte Riccardo di Fondi (31 genn. 1212), il quale istituì erede di una parte dei suoi possedimenti la Chiesa romana, il D. non viene menzionato, segno che la sua rottura con il padre non era stata ricomposta. Nell'aprile del 1212, al suo arrivo a Roma, Federico II che già nel 1210 aveva impegnato a Innocenzo III, a garanzia dei suoi debiti, il territorio del monastero di Montecassino e le contee di Aquino, Pagano e Sora, confermò al pontefice questa cessione, ma vi aggiunse anche l'intera contea di Fondi nonché tutto il territorio al di qua del Garigliano. In un altro diploma rilasciato dal re in questa circostanza e stipulato da Pietro, un notaio proveniente dall'ambiente pontificio, il re concesse inoltre ad Innocenzo III di poter disporre liberamente, alla morte del conte Riccardo, "de comitato fundano quam universa terra citra Garelianum", cioè di tenerlo personalmente o di concederlo a persona a lui grata. Neanche questa volta si parla del D., mentre risulta chiaramente quanto valore si attribuisse da parte della Curia alla contea di Fondi, posta al confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno.
Dopo la morte del padre avvenuta nel 1213 o nel 1214, il D. riuscì però a riacquistare la contea, non si sa in base a quali accordi. Avvalendosi della facoltà conferitagli da Federico II nel 1212, Innocenzo III nel 1215 investì della contea di Fondi proprio il Dell'Aquila. Si conservano i regesti delle bolle pontificie relative a questa investitura: al D. vennero concesse la città di Fondi e le fortezze lasciate da suo padre alla Chiesa romana come anche la stessa contea di Fondi. Nell'agosto 1215, a Ferentino, egli prestò giuramento di fedeltà a Innocenzo III invece che al re, che si trovava ancora in Germania. Anche il D. fu quindi coinvolto nella politica pontificia di espansione verso il Sud cui la storiografia finora ha prestato poca attenzione. Poco dopo la sua investitura sorsero contrasti tra i feudatari pontifici e nel 1216 il D. venne allo scontro con il conte di Ceccano. Alla base di questi conflitti ci fu probabilmente un tentativo del D. di estendere il suo dominio oltre il confine settentrionale del suo territorio, tentativo che si concluse con una netta sconfitta del D. e dei suoi alleati, i conti di Supino ed il loro congiunto Ottone Colonna, mentre lo zio del D. Roberto Dell'Aquila, cadde prigioniero.
L'incoronazione imperiale, celebrata a Roma il 22 nov. 1220, cui presenziò anche il D., significò per Federico II un ulteriore consolidamento della sua posizione nel Regno di Sicilia. Il sovrano decise quindi di por fine allo sperpero dei beni demaniali e di esigerne la restituzione da coloro che se ne erano appropriati. In seguito alla relativa deliberazione delle Assise di Capua, il D. venne probabilmente costretto a restituire subito Teano e Sessa (di quest'ultima l'imperatore prese infatti immediato possesso). Inoltre gli fu ordinato di espugnare Rocca d'Arce per restituirla alla Corona. Il tentativo del sovrano di trasformare il Regno in uno stato di funzionari, per limitare il potere della nobiltà, portò inevitabilmente a forti contrasti con i feudatari, ed infine a una crisi del potere monarchico. In questo contesto si inseriscono la lotta di Federico Il contro il conte di Celano e l'incarcerazione del D. e dei conti Tommaso di Caserta, Iacopo di San Severino ed altri nell'autunno del 1223, motivata da Federico II con lo scarso apporto di milizie fornite dai baroni. Non sembra che si trattasse soltanto di un pretesto. Il D. infatti, nell'agosto 1223, anziché prestare il servizio dovuto si trovava ancora a Fondi, dove sottoscrisse un documento in favore di S. Michele Arcangelo in Gaeta. I beni dei prigionieri vennero in un primo momento confiscati dal giustiziere della Magna Curia Enrico da Morra; successivamente Federico II assegnò la contea di Fondi a Giovanni di Polo.
Per intercessione di Onorio III il D. ottenne nell'anno successivo la commutazione della pena del carcere in esilio, ma dovette dare in ostaggio il figlio e invano Onorio III si adoperò in seguito presso l'imperatore per il suo rilascio. Si andavano così raccogliendo nello Stato della Chiesa una quantità di esuli, desiderosi di riconquistare i beni perduti nel Regno, che agli occhi dell'imperatore dovevano costituire una grave minaccia per il suo regno. Nel carteggio tra l'imperatore e il papa si parla continuamente del Dell'Aquila. Questi infatti, nel 1229, insieme con Tommaso di Ceccano, fu alla testa dell'esercito pontificio il quale, il 18 gennaio, sotto la guida del cardinale Pandolfo di Anagni, varcò il confine del Regno per occupare, con insperato successo, gran parte della Terra di Lavoro. Non si sa se il D., nel breve periodo di questa occupazione, sia riuscito a cacciare Giovanni di Polo dalla contea di Fondi. Durante le trattative tra papa e imperatore, che si sarebbero concluse con la pace di San Germano, ritornò in possesso di Traetto e Suio e successivamente anche della contea di Fondi, mentre suo figlio venne finalmente rilasciato.
Poco dopo, probabilmente nel luglio 1232, il D. morì e fu seppellito, vestito con la tonaca dei monaci, nell'abbazia cisterciense di Fossanova. I territori appena riacquistati furono nuovamente confiscati e vana fu la resistenza del figlio, asserragliato nella fortezza d'Itri. Come già suo padre, egli dovette cercare rifugio nelle terre della Chiesa e nel 1266, dopo la sconfitta di Manfredi, tornò in possesso della contea di Fondi, ma non svolse un ruolo politico quale quello di suo padre e di suo nonno. Nel 1299 la contea passò a Roffredo Caetani, marito di Giovanna Dell'Aquila, ultima discendente della famiglia.
Fonti e Bibl.: Ryccardi de Sancto Germano notarii Chron.,in Rer. Ital. Script.,2 ed., VII, 2, a cura di C. A. Garufl, pp. 82, 112, 156, 161, 169, 171, 182; Cronicon Suessanum,in A.A. Pelliccia, Raccolta di varie croniche, diari ed altri opuscoli... del Regno di Napoli, I,Napoli 1780, p. 52; J. L. A. Huillard Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi, II, 1,Parisiis 1852, pp. 427 s.; Annales Ceccananses,in Mon. Germ. Hist., Script.,XIX, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1866, p. 300; J. F. Böhmer, Regesta Imperii, I-III,a cura di J. Ficker-E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901, nn. 445a, 1202a, 1259, 1496a, 1823, 6568, 6715, 6721, 6729; Codex diplomaticus Caietanus (Tabularium Casinense, II),Monte Cassino 1891, p. 342; P. Pressutti, Regesta Honorii papae III, II,Romae 1895, nn. 4603, 4872, 4905; Mon. Germ. Hist., Legum sectio, IV, Constitutiones, II, Hannoverae 1896, nn. 409, 410, 414; J. F. Böhmer, Regesta Imperii, IV,a cura di P. Zinsmaier, Köln-Wien 1983, n. 111; E. Winkelmann, Philipp von Schwaben und Otto IV. von Braunschweig, II,Leipzig 1878, pp. 259 s.; Id., Kaiser Friedrich II., Leipzig 1889, pp. 111, 131, 137, 204 s., 215, 280, 336; II, ibid. 1897, pp. 3, 7, 45, 195 s., 376; G. Conte Colino, Storia di Fondi,Napoli 1902, pp. 117 s.; B. Amante-R. Bianchi, Memorie storiche e statuarie del ducato della contea e dell'episcopato di Fondi in Campania,Roma 1903, pp. 98-102; F. Baethgen, Die Regentschaft Papst Innocenz III. im Königreich Sizilien, Heidelberg 1914, pp. 14, 149; G. Marchetti Longhi, La carta feudale del Lazio,in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken,XXXVI(1956), carta geogr. n.n., dopo p. 326; H. M. Schaller, Diepold, Herzog von Spoleto,in Neue deutsche Biographie, III,Berlin 1957, p. 653; A. Haidacher, Beiträge zur Kenntnis der verlorenen Registerbände Innocenz III.,in Römische Historische Mitteilungen, IV(1960-1961), p. 60; N. Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, I,München 1973, pp. 76 ss.; Id., Vom Kämmerer zum Sekreten,in Probleme um Friedrich II., Vorträge und Forschungen,a cura di J. Fleckenstein, XVI, Sigmaringen 1974, p. 56; Id., Celano, Tommaso di,in Dizionario biogr. degli Italiani, XXIII,Roma 1979, pp. 352-56.