ANTIGLIOLA, Ruggero di (Rogerius de Perusio comes de Antiguella; Rugerius de Antigalla; Ruggieri d'Antognolla; Rogerius de Perusio)
Nato a Perugia nella seconda metà del XIV secolo, non doveva. essere di famiglia nobile se fino al 1399, anno in cui papa Bonifacio IX gli donò il castello e la contea di Antignola, era conosciuto come "Rogerius de Perusio". Benemerito della curia pontificia, fu dall'antipapa Giovanni XXIII eletto senatore di Roma il 16 luglio 1410; gli atti ufficiali dell'A. furono: la conferma degli Statuti dei merciai, il 7 ag. 1410; la conferma degli Statuti della Lana, il 29 ott. 1410; e nuovamente dei Merciai, il 10 apr. 1411. L'A. non restò a lungo in carica, poiché il 4 ag. 1411 già troviamo un altro al suo posto, Riccardo Alidosi di Imola. Altro atto ufficiale di governo dell'A. fu la decapitazione di Paolo de' Cancellieri, per tradimento, avvenuta il 7 ag. 1411. Dopo la cessazione dell'incarico (1411), non abbiamo più notizie dell'A. fino al 1417, quando cioè papa Martino V lo elesse di nuovo al governo di Roma. Quale senatore il 28 giugno 1417 confermò gli Statuti della Lana, il 29 quelli dei Merciai e il 30 gli Statuti dei Banchieri. Lasciata la carica di senatore di Roma (27 ag. 1417), l'A. tornò a Perugia, restandovi fino agli inizi del seguente anno (1418), quando Schiatto degli Schiatti, magistrato della città, lo chiamò a far parte d'una ambasceria che doveva recarsi a Roma da papa Martino V, per chiedergli di confermare a Braccio la signoria di Perugia. L'ambasceria non ottenne nulla, poiché il papa non voleva accrescere vieppiù la potenza di Braccio. In seguito fu vicario di Braccio Fortebraccio e per suo conto resse, quale govematore, Bologna, Lucca e Città di Castello.
Mentre era in Perugia, insieme con Giovanni Montesperelli, liberò dal carcere l'insigne giurista Benedetto Barzi, che, dopo la morte di Braccio (2 giugno 1424), era stato bandito da Perugia ricaduta sotto il governo pontificio. L'A. e il Montesperelli sollecitarono il Barzi a tomare, nella speranza di una buona accoglienza: tuttavia il Barzi, tornato in Perugia nell'agosto del 1431, fu imprigionato senza che si riuscisse a far cassare la sentenza di bando. Allora l'A. ed il Montesperelli, forzato il carcere, posero in libertà il Barzi a furor di Popolo (1431).
Alcuni autori lo indicano quale professore di diritto civile nell'università di Perugia, ma si tratta di un equivoco nato dal fatto che l'A. fu dottore in giurisprudenza e scrisse dei Commentaria in ius civile, senza, però, insegnare nell'università.
Governò inoltre una seconda volta Città di Castello, ove morì nel 1432 o nel 1433.
Fonti e Bibl.: Antonio di Pietro dello Schiavo, Diario romano in Rer. Italic. Script., 2 ed., XXIV, 5, a cura di F. Isoldi, pp. 60 e nota 2, 61; Statuti delle arti dei merciai e della lana di Roma, a cura di E. Stevenson, Roma 1893, pp. 60 s., 61, 68, 204 s. , 204 nota 6, 211 nota 2; G. M. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia..., I, 2, Brescia 1753, p. 842; V. Bini, Memorie istoriche della Perugina università degli studi e dei suoi professori, Perugia 1816, pp. 208, 297; F. Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medio Evo, III, Roma 1901, pp. 604, 634; P. Pagliucchi, I castellani del Castel S. Angelo di Roma..., I, 1, Roma 1906, p. 60; E. Martinori, Annali della zecca di Roma. Martino V. Eugenio IV, fasc. I, Roma 1918, pp. 59, 66; A. Salimei, Senatori e statuti di Roma nel Medioevo, I, I senatori, Roma 1935, pp. 160, 163, 203.