Boscovich, Ruggero Giuseppe
Astronomo, geodeta, fisico, matematico (Ragusa di Dalmazia 1711 - Milano 1787). Gesuita, dopo i primi studi al Collegium Ragusinum, passò al Collegio Romano dove fu poi prof. di matematica dal 1740 al 1759. Fu consulente di apprezzata competenza in varie questioni tecniche: stabilità della cupola di S. Pietro e della Biblioteca cesarea a Vienna, bonifica delle paludi pontine, misurazione (con Chr. Maire) dell’arco di meridiano tra Roma e Rimini (De literaria expeditione per pontificiam ditionem ad dimetiendos duos meridiani gradus et corrigendam mappam geographicam, 1755) per la risoluzione del problema newtoniano della figura della Terra e la rettifica della carta dello Stato pontificio. Dopo viaggi a Vienna (1758), in Francia (1759), in Inghilterra (1760), a Costantinopoli (1761, per osservare il passaggio di Venere dinanzi al Sole) e Pietroburgo, fu prof. di matematica all’univ. di Pavia dal 1764 al 1768 quando passò alle Scuole Palatine di Milano, dove aveva intrapreso la costruzione della nuova specola di Brera della quale fu direttore. Soppressa la Compagnia di Gesù (1773), dopo un soggiorno a Venezia, si stabilì in Francia (fu direttore d’ottica della Marina francese) per tornare in Italia nel 1782, risiedendo per lo più a Bassano dove curò l’edizione completa delle sue opere: Opera pertinentia ad opticam et astronomiam (5 voll., 1784-85). Con l’opera Philosophiae naturalis theoria, redacta ad unicam legem virium in natura existentium (1758), sintesi originale tra il dinamismo leibniziano e il meccanicismo newtoniano, enunciò una fortunata teoria sulla struttura della materia, secondo la quale, supponendo la materia costituita da punti discreti inestesi e indivisibili («primi elementi della materia»), e la legge di continuità, tutte le proprietà meccaniche della materia possono essere spiegate con l’introduzione di forze che a grandi distanze seguono le legge di gravitazione di Newton mentre a distanze minori sono alternativamente attrattive e repulsive per divenire definitivamente repulsive, con una intensità che cresce illimitatamente al decrescere della distanza tra due «elementi», sì da renderne impossibile il contatto. Notevoli contributi portò anche all’ottica (eliminazione dell’aberrazione cromatica delle lenti, rilevazione della aberrazione sferica, costruzione del micrometro ottico), alla geodesia e all’astronomia (metodo per la determinazione delle orbite delle comete e dell’orbita di Urano, rilevazione delle perturbazioni nelle orbite di Giove e Saturno); mentre in matematica fornì un metodo grafico per la risoluzione dei triangoli sferici, quattro formule differenziali di geometria sferica, e indagò la possibilità di geometrie non euclidee.