Ruggero II Re di Sicilia
Re di Sicilia (n. 1095-m. Palermo 1154). Figlio di Ruggero I conte di Sicilia, fu sino al 1113 sotto la reggenza della madre, Adelaide degli Aleramici. Avuto il potere, sviluppò l’esercito e la flotta, con la quale (1123) intraprese una spedizione in Africa contro Mehedia. L’insuccesso indusse R. a rimandare per il momento il suo sogno d’egemonia in Africa per occuparsi del ducato di Puglia. Morto (1127) il duca Guglielmo senza eredi, R. avanzò i suoi diritti; fattosi nominare duca di Salerno, contro di lui si schierò il papa Onorio II con il principe di Capua Roberto II e altri signori a lui ostili. Ma R. vinse in Calabria, in Lucania, a Benevento e più tardi in Puglia; lo stesso pontefice dovette concedergli il ducato (1128). Alla morte di Onorio parteggiò per l’antipapa Anacleto II, ottenendone (1130) il titolo di re di Sicilia, Puglia, Calabria, Capua e, benché buona parte del territorio dovesse ancora essere conquistata, i signori del nuovo regno sancirono la nomina di R., che (Natale 1130) veniva solennemente incoronato a Palermo. Ma Innocenzo II si strinse in lega con Lotario di Supplimburgo, imperatore d’Occidente, con Giovanni Comneno, imperatore d’Oriente, con i veneziani e i pisani, gelosi della nuova potenza, e intraprese una guerra, che durò ben nove anni. Dopo alterne vicende R. ebbe la meglio sui suoi nemici: nel 1139, morto Anacleto, naufragato l’intervento di Pisa e allontanatosi Lotario, R. sconfiggeva a Galluccio, nei pressi del Garigliano, le milizie pontificie, e il papa doveva riconoscere il nuovo re. Mentre l’esercito normanno conquistava l’Abruzzo, Capua e Napoli passavano a R., che unificava così sotto il suo dominio tutta l’Italia meridionale e la Sicilia. Riprese allora l’antica aspirazione di spingersi verso l’Africa, per rendere la Sicilia il fulcro d’un regno mediterraneo, affidando il suo piano all’ammiraglio Giorgio d’Antiochia; fu conquistata Gerba (1135), poi (1146) Tripoli, e quindi Susa, Sfax, Gabès; inoltre si toglieva ai bizantini Corfù (1147), costringendo Costantinopoli a rinunciare per sempre ai suoi territori dell’Italia meridionale. Geniale organizzatore, R. protesse le arti, le scienze e le lettere; insigni monumenti, come la Cappella Palatina a Palermo e il duomo di Cefalù, rimangono a testimoniare lo spirito realizzatore di questo re.