LEONCAVALLO, Ruggero
Compositore, nato a Napoli l'8 marzo 1858, morto a Montecatini il 9 agosto 1919. Alunno presso il Conservatorio di S. Pietro a Maiella (Napoli), studiò con Beniamino Cesi il pianoforte e con Lauro Rossi la composizione, nel 1877 si trasferì a Bologna per seguire le lezioni di letteratura di G. Carducci, laureandosi in lettere nel 1878. Terminata la composizione della sua prima opera tragica Chatterton, di cui egli stesso aveva tratto il libretto dall'omonimo dramma di A. de Vigny, e perduta la possibilità di farla rappresentare, si recò all'estero - in Francia, in Inghilterra, in Egitto - guadagnandosi la vita in mezzo a grandi difficoltà, come pianista di caffè concerto, insegnante, ecc. Ritornato in Italia, per intercessione del celebre baritono v. Maurel, ottenne l'incarico dall'editore Ricordi di scrivere l'opera I Medici, prima parte di una progettata e non compiuta trilogia. Scrisse poi in cinque mesi il testo e la musica dell'opera in 2 atti I Pagliacci per conto dell'editore Sonzogno. L'opera, rappresentata al teatro Dal Verme di Milano il 17 maggio 1892, ottenne un clamoroso successo, ben presto confermato anche all'estero.
Erano i tempi in cui l'opera verista, inauguratasi in Italia con Cavalleria Rusticana di Mascagni nel 1890, conquistava le folle con la violenza drammatica della vicenda, attinta alla realtà quotidiana della vita, e, con il fervido abbandono all'ispirazione musicale, mirava all'effetto immediato e sicuro. Nel testo del prologo di I Pagliacci L. parve appunto voler fissare i principî estetici verso cui si orientava il nuovo melodramma.
Dopo la rappresentazioni di I Medici (Milano 1893) e di Chatterton (Roma 1896), rimaste senza eco, la produzione operistica di L. continuò insistendo nel medesimo genere verista, senza tuttavia riuscire a un grande progresso artistico. Seguirono La Bohème (Venezia 1897), che tentò invano di gareggiare con l'omonima opera pucciniana già trionfante; Zazà (Milano 1900); Der Roland von Berlin (Berlino 1904), scritta per incarico dell'imperatore Guglielmo II; Maja (Roma 1910); Gli Zingari (Londra 1912); Goffredo Mameli (Genova 1916), di carattere patriottico. Da ricordare ancora l'opera postuma Edipo Re (Chicago 1920).
L. scrisse anche molte operette, conferendo a tal genere d'arte un carattere italiano non scevro di dignità: Malbruk (Roma 1910); La reginetta delle rose, la più popolare e meglio riuscita, rappresentata al Teatro Costanzi di Roma nel 1912; Are you there? (Londra 1913); La candidata (Roma 1915); Prestami tua moglie (Montecatini 1916); A chi la giarrettiera? (Roma 1919); La maschera nuda (Napoli 1925), lasciata incompiuta. Autore, inoltre, dei poemi sinfonici Nuit de Mai (da De Musset) e Serafita (da Balzac), del balletto La vita d'una marionetta e di molte romanze vocali da camera, fra cui la famosa Mattinata, scrisse i libretti delle opere: Mario Wetter di Machado e Redenzione di Pennacchio.
Bibl.: R. Giani ed Engelfred, I Medici, in Rivista musicale italiana, I, i; E. Hanslick, Werke, VIII, p. 123; A. De Angelis, Il capolavoro, in Rivista musicale italiana, XXX, 4; O. Roux, R. L., in Memorie giovanili autobiografiche, Firenze. Confronta anche italia: Musica.