APUGLIESE, Ruggieri
Il nome dell'A. compare in due composizioni poetiche, la canzone n. 63 del cod. Vat. Lat. 3793 e il sermone L'amor di questo mondo conservato nel cod. 1114 della Bibl. Comunale di Siena (del secolo XV), in passi nei quali il poeta allude a sé stesso. Sotto lo stesso nome sono stati poi riuniti da alcuni filologi (Torraca, De Bartholomaeis, Bertoni) altri tre componimenti poetici attribuibili a un Ruggieri: una parodia della Passione (Bibl. Ambrosiana, Carte Molteni, Frammento di canzoniere raccolto nel sec. XVI da C. Cittadini), un dibattito sugli avvenimenti politici senesi dell'inizio del 1262 (Bibl. Ambrosiana, ibid.), un sirventese conservato in due codici riccardiani (2624 e 2183, ambedue del secolo XV) in cui il poeta si vanta di conoscere molte arti e, in fondo, rivela il suo nome in un indovinello spiegato da alcuni studiosi con Ruggeri o Ruggere. Costituito questo corpus, l'origine senese del rimatore è provata dalle sue stesse dichiarazioni ai vv. 5-6 della parodia della Passione ("in Siena, là 'v'io sono istato, Fue cresciuto e allevato") e dalla sicura o probabile origine senese di alcuni componimenti (tenzone politica, sermone); e che egli professasse l'arte di giullare risulta dai vv. 35-38 della parodia e dal carattere di alcune delle sue rime (sirventese). Se poi il giullare senese è l'autore dei due compommenti trasmessici dal Cittadini e da lui stesso datati 1262, la sua attività si sarebbe svolta attorno alla metà del XIII secolo: la canzone "de oppositis" conferma tale approssimativa datazione.
Il piccolo corpus poetico non ha ricevuto chiarimenti decisivi dalle ricerche d'archivio. In un primo tempo, quando cioè si conosceva di Ruggieri solo la canzone del cod. Vaticano, esse si orientarono verso l'Italia meridionale. Successivamente si spostarono, com'era naturale, verso Siena e in documenti senesi tra il 1219 e il 1239 furono rilevate notizie di un A. notaro che potrebbe essere il padre del rimatore.
Bibl.: I cinque componimenti poetici sono editi rispettivamente, in Il libro de varie romanze volgare (Cod. Vat. 3793), a cura di S. Satta, F. Egidi, G. B. Festa, ..., Roma 1902-8, pp. 62 s. (ediz. interpretativa in Monaci, Crestomazia, nuova ediz., n. 86; e in A. Jeanroy, Une imitation italienne de Rambaut de Vaqueiras, in Bulletin italien [di Bordeaux], XV [1915], pp.101-8); Miscellanea nuziale Rossi-Teiss, Bergamo 1897, 477-83 (a cura di P. Palpa); Rime antiche senesi trovate da E. Molteni e illustrate da V. De Bartholomaeis, Roma 1902, pp. 13-17 e 22-29; P. Raina, Il cantare dei cantari e il sirventese del Maestro di tutte le arti, in Zeitschrift für Romanische Philologie, V(1881), p. 1 ss. e S. Morpurgo, Le Arti di Ruggeri Apugliese (per nozze Gigliotti-Michelagnoli), Firenze 1895 (e cfr. Mostra di codici romanzi delle Biblioteche fiorentine, Firenze 1957, pp. 193 s.). Di quattro di essi (è escluso il sermone pubblicato da P. Papa) si veda l'ediz. critica che ne dà G. Contini nella Poesia del Duecento, Milano-Napoli, 1960, I pp. 885-911; II pp. 856-58. Per un quadro complessivo dell'opera dell'A.: F. Torraca, Studi di storia letteraria, Firenze 1923, pp. 23 a. e 38-42; V. De Bartholomaeis, Primordi della lirica d'arte in Italia, Torino 1943, pp. 240-46; G. Bertoni, Il Duecento, Milano 1951, pp. 143, 203 s.; G. Contini nella Poesia dei Duecento cit., I pp. 883-4. Per i tentativi di identificazione: F. Scandone, Notizie biografiche dei rimatori della scuola Siciliana. XVIII. Ruggeri Apugliese, in Studi di letteratura italiana, IV(1904-19o6), pp. 144-48 (un "Ruggiero de Apulia", scudiero di Carlo d'Angiò, è menzionato in un documento dei 1273); A. Zenatti, Arrigo Testa e i primordi della lirica italiana nuova ediz., Firenze 1986, p. 10 n. 2 e 53 n.; G. Zaccagnini, Poeti e Prosatori delle origini. III, Uggeri Apuliese, in Giornale dantesco, XXVIII(1925), pp. 168 s. (ai due ultimi autori si devono le notizie sull'Apugliese notaro; lo Zaccagnini avanza inoltre l'ipotesi che il poeta possa identificarsi con un ser Uggeri "iudex et notarius" a Siena tra il 1225 e il 1227).