Scoppola, Rumi e Ranchetti
Tra i primi a proporre in sede storiografica il tema delicatissimo del rapporto tra partiti e istituzioni e le questioni derivanti dal processo di secolarizzazione e dalla separazione tra valori e politica vi fu Pietro Scoppola (Roma 1926-ivi 2007). Già funzionario del Senato, insegnò storia contemporanea presso l’Università di Roma. Direttore della rivista «Il Mulino», collaborò assiduamente a riviste e quotidiani, tra cui «la Repubblica». Schierato con i ‘cattolici del no’ al referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio (1974), fu eletto senatore come indipendente per la Democrazia cristiana (1983-87). Fu tra i promotori de L’Ulivo e del Partito democratico. Si segnalò, sul finire degli anni Cinquanta, per alcuni contributi sulla Democrazia cristiana di Romolo Murri fino alla crisi modernista e sui rapporti tra Stato e Chiesa dall’Unità al fascismo. In seguito, si dedicò allo studio di Alcide De Gasperi, rovesciando, rispetto a quella che definì la storiografia ‘dei vinti’, la prospettiva di lettura della sua azione politica nonché dei metodi e dei contenuti della sua iniziativa di governo. Tra le sue opere si segnalano in particolare: Dal neoguelfismo alla Democrazia cristiana, 1957; Crisi modernista e rinnovamento cattolico in Italia, 1961; Chiesa e Stato nella storia d’Italia, 1967; La Chiesa e il fascismo. Documenti e interpretazioni, 1971; La democrazia nel pensiero cattolico del Novecento, 1972; La proposta politica di De Gasperi, 1977; Gli anni della Costituente fra politica e storia, 1980; La ‘nuova cristianità’ perduta, 1985; La Repubblica dei partiti. Evoluzione e crisi di un sistema politico, 1945-1996, 1991, nuova ed. 1997; La democrazia dei cristiani. Il cattolicesimo politico nell’Italia unita, intervista a cura di G. Tognon, 2005; La coscienza e il potere, 2007; Un cattolico a modo suo, 2008; Lezioni sul Novecento, a cura di U. Gentiloni Silveri, Roma-Bari 2010.
Convinto in particolare del valore dell’esperienza del cattolicesimo lombardo e ambrosiano fu Giorgio Rumi (Como 1938-Milano 2006) che, allievo di Ettore Passerin d’Entrèves, insegnò storia contemporanea presso l’Università di Bari e la Statale di Milano. Condirettore della rivista «Liberal», editorialista de «L’Osservatore romano», collaborò al «Corriere della Sera», «Il Sole 24 Ore» e «Avvenire». Fu consigliere di amministrazione della RAI dal 2003 al 2005. Corposa la sua produzione bibliografica, concentrata prevalentemente sulle questioni relative al Risorgimento nazionale, ai complessi rapporti tra Stato e Chiesa dopo l’Unità, all’esperienza del cattolicesimo liberale e al fascismo, nell’ambito della quale si segnalano in particolare: Alle origini della politica estera fascista:1918-1923, 1968; Padre Gemelli e l’Università cattolica, 1972; L’imperialismo fascista, 1974; De Gasperi tra storia e storiografia, 1981; Lombardia guelfa 1780-1980, 1988; Santità sociale in Italia tra Otto e Novecento, 1995; Gioberti, 1999; Tempi di guerra, attese di pace: letture storiche da «L’Osservatore Romano», a cura di P. Gheda, 1999; Perché la storia, a cura di E. Bressan, D. Sarasella, 2009.
Michele Ranchetti (Milano 1925-Firenze 2008), studioso di storia della Chiesa e delle religioni, fu assistente di Delio Cantimori e insegnò presso l’Università di Firenze dal 1973 al 1998. Consulente editoriale di importanti case editrici, curò l’edizione italiana di opere di pensatori stranieri tra cui Sigmund Freud e Ludwig Wittgenstein, Blaise Pascal e Walter Benjamin. In particolare, per la casa editrice Quodlibet ideò e diresse la collana Verbarium e collaborò con numerose riviste e giornali tra cui «il manifesto». Tra i numerosi saggi pubblicati si segnalano in particolare: Cultura e riforma religiosa nella storia del moderrnismo, 1963; Gli ultimi preti. Figure del cattolicesimo contemporaneo, 1997; Scritti diversi, 4 voll., a cura di F. Milana, 1999-2010; Non c’è più religione. Istituzione e verità nel cattolicesimo italiano del Novecento, 2003.