RUPERTO di Deutz
Nacque nell'ultimo trentennio del sec. XI nei dintorni di Liegi. Giovanissimo entrò come oblato nell'abbazia benedettina di S. Lorenzo a Liegi. Allorché questa fu coinvolta nella lotta delle investiture, il R. - secondo quanto egli stesso racconta nel Chronicon S. Laurentii Leodiensis (in Patrol Lat., CLXX, coll. 671-704) - dovette andare esule nella Francia settentrionale (1091-95) insieme con l'abate Berengario. Da giovane compose varî inni; divenuto sacerdote (dopo il 1106) si dedicò a studî teologici ed esegetici, dei quali il primo fu il De divinis officiis (in Patrol. Lat., CLXX, coll. 13-334) molto importante per la storia della liturgia. Morto Berengario (1113) si trasferì nell'abbazia di Siegburg, per invito dell'abbate Kuno suo amico. Circa lo stesso tempo entrò in controversie con Guglielmo di Thierry sulla transustanziazione, e con Anselmo di Laon e Guglielmo di Champeaux sull'origine del male in relazione a Dio: a questo periodo appartengono il De voluntate Dei (in Patrol. Lat., CLXX, coll. 437-454) e il De omnipotentia Dei (ibid., coll. 453-478). A Siegburg lo raggiunse la nomina di Federico arcivescovo di Colonia, che nel 1120 lo elesse abbate del monastero di Deutz, dove morì nel 1135 o 1136.
Nel campo della teologia dogmatica il R. mostra una mira costante verso l'unità sistematica, per cui Cristo è il centro di tutte le vicende del mondo. In esegesi egli rappresenta il metodo allegorico-morale dell'alto Medioevo. Il De Trinitate et operibus eius (in Patrol. Lat., CLXVII), che è un'interpretazione dell'Eptateuco, dei Profeti, e dei Vangeli, come rivelazione delle tre Persone divine, contiene molti tratti di teologia storica, così pure il De gloria et honore Filii hominis (ibid., CLXVIII, coll. 1307-1634) e il De victoria Verbi Dei (ibid., CLXIX, coll. 1215-1502). La spiegazione del Cantico dei Cantici (ibid., CLXVIII, coll. 837-962) è un'applicazione allegorica a Maria Vergine. La sua migliore opera esegetica è il commento a Giovanni (ibid., CLXIX, coll. 201-826). D'argomento storico sono: il De incendio oppidi Tuitii (ibid., CLXX, coll. 333-358) che tratta dell'incendio di Deutz del 25 agosto 1128, la Vita Heriberti (ibid., coll. 389-428) e la spiegazione della Regola di S. Benedetto (ibid., coll. 477-538), che tratta dei punti controversi fra i benedettini e i nuovi ordini dei cisterciensi e dei premostratensi. In sostanza il R. rappresenta l'indirizzo benedettino-cluniacense dell'alto Medioevo.
Bibl.: Histoire littéraire de la France, XI (1759), pp. 422-587, fondamentale; G. Gerberon, Apologia pro Ruperto abb. Tuit., Parigi 1669 (in Patrol. Lat., CLXVII, coll. 23-194); R. Rocholl, R. von D., Gütersloh 1886; O. Wolff, Mein Meister Rupertus, Friburgo in B. 1920.