RUSCINO
Città situata nel cuore della pianura del Rossiglione, dietro alle lagune costiere e in prossimità del mare, a mezza strada tra il massiccio dei Corbières e le pendici dei Pirenei mediterranei: fu capitale politica ed economica del paese dei Sordes in età preromana, colonia di diritto latino in età imperiale e residenza del conte del Rossiglione nell'Alto Medioevo.
Prima della nascita di Perpignano nel X sec., ebbe notevole importanza nella Gallia meridionale, anche per la sua funzione di tappa sulla grande pista che in età protostorica costituiva la Via Eraclea e che in quella romana divenne la Via Domitiana, asse principale delle comunicazioni tra Italia e Spagna. R. costituiva anche il centro antico più importante della regione del Rossiglione che a essa deve il proprio nome.
Collocato su un piccolo altopiano dominante il fiume 'Ρουσκίνων, eponimo della città secondo Polibio (apud Ath., VIII, 4) e Strabone (IV, 182) (l'odierna Têt), il sito fu occupato senza soluzione di continuità dal Bronzo Finale III Β sino alla fine del I sec. d.C.: i resti accumulatisi nel corso dei secoli si sovrappongono e si intersecano per uno spessore medio di c.a 3 metri. La città, per ragioni ancora inspiegabili, perde importanza alla fine del I sec. d.C. e da allora sembra praticamente abbandonata, forse a vantaggio di una città bassa ancora da scoprire. Essa tuttavia ritrova il suo passato splendore nel corso dell'Alto Medioevo, divenendo la capitale della contea del Rossiglione prima di essere progressivamente abbandonata nel corso dell'XI sec. a favore di Perpignano.
Il sito, che da un'altezza di c.a 45 m dominava la pianura della bassa valle della Têt, si presenta sotto forma di uno sperone dai fianchi scoscesi sui lati Ο, Ν ed E, mentre a S un profondo fossato, regolarizzato da interventi artificiali, isolava il centro urbano sull'altura. La città antica, identificata a partire dal Seicento con l'attuale sito di Château Roussillon, occupava un'area di una decina di ettari, attualmente divenuti proprietà della città di Perpignano: essa è oggetto, dal 1975, di un'esplorazione sistematica tuttora in corso (G. Barruol, A. Nickels e R. Marichal). L’oppidum iberico è noto soprattutto attraverso i vecchi scavi (esplorazione di numerosi silos); recenti sondaggi stratigrafici hanno confermato l'occupazione continua del sito nel corso di tutta la seconda Età del Ferro e hanno evidenziato, per la qualità, la varietà e l'abbondanza del materiale riportato alla luce, le relazioni commerciali del centro con il mondo mediterraneo, quello celtico, ma soprattutto quello iberico: dal III al I sec. a.C. la lingua iberica è di uso corrente, come testimoniano numerosi graffiti su ceramica, e la monetazione iberica risulta assolutamente preponderante sino alla prima età imperiale.
Le ricerche attualmente in corso si sono concentrate essenzialmente sugli inizî della romanizzazione, che si manifestano, nella seconda metà del I sec. a.C., attraverso una sistematica riorganizzazione urbana: costruzione di abitazioni più grandi, attuata con la messa in opera di materiali e di tecniche tipiche della regione (ciottoli di fiume, muri di terra o di argilla), ma secondo nuovi principi tipicamente italici, tanto per ciò che riguarda la disposizione e l'organizzazione interna (pianta, rete fognaria, cisterne), quanto per quello che concerne la decorazione (pavimenti di battuto in malta o a mosaico e, soprattutto, pitture parietali di ottima qualità). A fianco di un grande isolato adibito ad abitazioni private, situato nel centro dell'agglomerato urbano e ormai ampiamente esplorato, gli scavi hanno riportato alla luce verso SO, in una posizione decentrata rispetto ai limiti della città antica, il foro, che si data agli ultimi anni del I sec. a.C. o agli inizî del I d.C. Per quanto largamente distrutto, il complesso, caratterizzato da una pianta compatta e rigorosa (m 58,60 X 49,65 di perimetro esterno), è costituito da una piazza a cielo aperto contornata da portici, attorno alla quale si dispongono una grande basilica a tre navate a O, che si prolunga a Ν con la curia, e una serie di botteghe a E.
Sul posto è attualmente prevista la costruzione di un museo.
Bibl.: M. Gayraud, Les inscriptions de Ruscino, in G. Barruol (ed.), Ruscino, Château-Roussillon, Perpignan (Pyrénées-Orientales). Actes du Colloque Perpignan 1975, Parigi 1980, pp. 67-98; G. Barruol, A. Nickels, Le forum et le centre monumentai de Ruscino, ibid., pp. 41-66; G. Barruol, Ruscino, Roussillon, Perpignan (Pyrénées-Orientales), in RA, 1982, pp. 179-182; R. Marichal, Ruscino, capitale du Roussillon antique, in ArcheologiaParis, 183, 1983, pp. 34-41; G. Barruol, R. Marichal, Le forum de Ruscino, in Los foros romanos de las provincias occidentales, Madrid 1987, pp. 45-54.
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