russamento
Rumore emesso durante il sonno in corrispondenza degli atti respiratori. Da un punto di vista fisiopatologico, il r. è una turba inspiratoria del sonno causata da una stenosi parziale delle vie aeree superiori, per collassamento all’indietro del velo palatino sulla parete posteriore faringea e collassamento mediale delle pareti faringee laterali, mentre la laringe rimane perfettamente pervia. Il r. può essere causato da alterazioni anatomiche delle vie aeree, come un modesto spostamento in senso anteroposteriore della mandibola, un’ipertrofia della base della lingua e del palato molle, un abbassamento dell’osso ioide. L’obesità costituisce un importante fattore di rischio. Non esiste, attualmente, una terapia medica specifica di provata utilità.
Prevenzione del fenomeno e terapie
Il russamento è un fenomeno generato dalla presenza di un flusso aereo turbolento che induce vibrazione dei tessuti molli delle alte vie aeree durante il sonno. Esso colpisce il 40÷45% degli uomini e il 25÷30% delle donne. I fattori del russamento sono molteplici e variano a seconda dei casi: tutti agiscono restringendo il calibro delle vie aeree superiori. Uno dei principali fattori di rischio è l’obesità, che determina accumulo di grasso attorno alla faringe aumentandone così la collassabilità. Durante il sonno il tono muscolare si riduce rendendo più collassabili la lingua e le pareti della faringe; inoltre, la posizione supina induce per gravità la caduta all’indietro della lingua e del palato molle, favorendo l’ostruzione delle vie aeree. In presenza di fattori di rischio, il restringimento delle vie aeree che si verifica durante la notte può essere tale da generare un flusso aereo particolarmente turbolento e indurre la comparsa del fenomeno. Il russamento abituale è spesso responsabile di disagio sociale del paziente e disturbo del sonno del partner.
Il russamento è patologico quando determina disturbo del sonno. Se l’ostruzione al flusso aereo è molto severa, lo sforzo che i muscoli respiratori compiono per mantenere un’adeguata ventilazione durante il sonno è così elevato da causare risvegli notturni. Esso, inoltre, provocando una pressione negativa, può favorire lo spostamento della lingua all’indietro, con occlusione totale delle vie aeree. Possono verificarsi così veri e propri periodi di apnea, anche centinaia durante una notte, che frazionano e disturbano il sonno e spesso sono inavvertiti dal paziente (sindrome dell’apnea ostruttiva durante il sonno, OSAS, Obstruction Sleep Apnea Syndrome). L’OSAS deve essere sempre sospettata qualora il russamento si associ a frequenti risvegli notturni improvvisi, episodi riferiti di apnea, stanchezza cronica e profonda sonnolenza durante il giorno. Questa sindrome interessa il 4% degli uomini e il 2% delle donne nella popolazione generale, ma può colpire fino al 40÷90% dei pazienti con obesità grave (BMI superiore a 40 kg/m2). È una condizione seria che deve essere adeguatamente diagnosticata e trattata; oltre al rischio di incidenti stradali per addormentamento durante la guida, l’OSAS espone il paziente a gravi complicanze polmonari (per es., ipertensione polmonare), cardiovascolari (ipertensione arteriosa, aritmie gravi, infarto del miocardio), metaboliche (diabete mellito) e cerebrovascolari (ictus cerebrale). Tali complicanze sono causate principalmente dalla riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue in corrispondenza dei periodi di apnea.
In molti casi il russamento può essere prevenuto o comunque attenuato con alcuni accorgimenti comportamentali. È importante, innanzitutto, la perdita di peso in caso di soprappeso (BMI superiore a 25 kg/m2) o franca obesità (BMI superiore a 30 kg/m2). In tal senso è un problema emergente la prevenzione dell’obesità in età infantile, con l’osservazione di un corretto regime alimentare e l’incoraggiamento a una regolare attività sportiva. Un accorgimento utile è dormire su un fianco, per evitare la caduta della lingua all’indietro. Smettere di fumare può ridurre il russamento, diminuendo l’infiammazione delle vie aeree e la resistenza al flusso aereo. Deve essere evitata l’assunzione di alcol o di farmaci (miorilassanti, ipnotici, sedativi) che agiscono riducendo il tono muscolare o deprimendo il sistema nervoso centrale del paziente.
Il trattamento dipende dalla presenza di semplice russamento o di OSAS, e, in quest’ultimo caso, dalla gravità della patologia. In caso di semplice russamento o di OSAS lieve, qualora le misure comportamentali non siano sufficienti, sono possibili altre opzioni terapeutiche in funzione della sede e della natura dell’ostruzione. L’utilizzo durante la notte di specifici apparecchi orali (avanzatori mandibolari), che mantengono la mandibola in avanti e impediscono alla lingua di collassare posteriormente, migliora il russamento nel 70÷90% dei casi. In caso di ostruzione delle cavità nasali, secondaria a rinite allergica e poliposi nasale, l’irrigazione nasale con soluzione salina favorisce la rimozione locale degli agenti irritanti (polveri, pollini, ecc.), riducendo lo stimolo infiammatorio; è utile anche l’uso di spray cortisonici o di decongestionanti nasali che riducono l’infiammazione locale e l’edema a essa associato. Il beneficio apportato dall’uso di cerotti nasali è limitato ai casi in cui l’ostruzione nasale interessi la regione anteriore del naso. In caso di OSAS moderata-severa il trattamento più efficace è la CPAP (Continuous Positive Airway Pression): si tratta di una maschera nasale o naso-bocca collegata a una macchina che eroga aria pressurizzata durante l’inspirazione e l’espirazione, mantenendo in tal modo la pervietà delle vie aeree. Sebbene possa essere mal tollerata dal paziente, il beneficio della CPAP è notevole e immediato: essa interrompe il russamento, ripristina le normali funzioni respiratorie e la regolarità del sonno, protegge dalle complicanze metaboliche, polmonari e cardiovascolari dell’OSAS. Il ricorso alla chirurgia per la terapia del russamento e dell’OSAS può essere un’opzione nel caso in cui gli altri provvedimenti non siano stati risolutivi o la CPAP non sia tollerata dal soggetto. Esistono numerosi tipi di intervento chirurgico (uvuloplastica, uvulo-palato-faringoplastica, riduzione volumetrica del palato molle, plastica del setto nasale, riduzione dei turbinati, osteotomia mandibolare, by-pass gastrico), la cui indicazione deve essere valutata in base alla serietà del disturbo e alla natura del problema sottostante.
Paolo Palange
Patrizia Paoletti