Poeta francese (sec. 13º). Forse originario della Champagne, visse a Parigi, dove condusse la misera esistenza del giullare. Forte temperamento polemico, prese parte ai dibattiti del suo tempo predicando la santità della crociata (La voie de Tunis; La complainte de Costantinople), attaccando il clero mondano e corrotto (Les ordres de Paris), prendendo partito per i dottori secolari contro gli ordini mendicanti nella disputa sorta intorno all'università di Parigi (Le dit de l'université de Paris); evocò inoltre la propria miseria e i proprî vizî in un tono accorato che anticipa F. Villon (Complainte Rutebeuf). Scrisse fabliaux, satire, contrasti, ma anche opere in cui espresse una profonda fede religiosa (La vie de Sainte Marie l'Egyptienne; il poemetto Neuf joies de Notre Dame). Importante il dramma religioso Le miracle de Théophile, in cui il protagonista vende l'anima al diavolo per poi pentirsi; noti sono anche Le dit de l'herberie, monologo di un ciarlatano che vende le proprie erbe medicinali, e il romanzo allegorico Renart le bestourné.