O'Neal, Ryan (propr. Patrick Ryan)
Attore statunitense, nato a Los Angeles il 20 aprile 1941. Con un viso da bravo ragazzo, capelli biondi e ricci, e un fisico atletico, ha quasi sempre legato le sue interpretazioni al ruolo del giovane di buoni sentimenti. Per il suo personaggio più popolare, Oliver Barrett IV, il ricco studente perdutamente innamorato di Jenny Cavilleri (Ali MacGraw) nel melodramma di grande successo Love story (1970) diretto da Arthur Hiller, ha ottenuto una nomination all'Oscar nel 1971.
Figlio dello sceneggiatore Charles O'Neal e dell'attrice Patricia Callaghan, prima di iniziare l'attività cinematografica si dedicò allo sport, in particolare al nuoto e alla boxe. Trasferitosi in Europa con i genitori, a Monaco, ancora adolescente partecipò come stuntman ad alcune serie televisive. Tornato negli Stati Uniti, divenne popolare con la partecipazione al serial televisivo Peyton Place (1964-1969). Nel 1970 fu scelto come protagonista di Love story. Successivamente, dopo aver partecipato al western Wild rovers (1971; Uomini selvaggi) di Blake Edwards, iniziò la sua collaborazione con Peter Bogdanovich che lo notò nel film di Hiller e, pur non essendogli piaciuto il mélo, apprezzò molto le doti attoriali di O'N., dandogli modo di manifestarle pienamente in What's up, Doc? (1972; Ma papà ti manda sola?), dove ricoprì finalmente un ruolo brillante, quello del distrattissimo musicologo Howard Bannister, artefice di una teoria sulla musica primitiva e coinvolto da una scatenata Judy Maxwell (Barbra Streisand) in una serie di situazioni nonsense; e soprattutto nel road movie Paper Moon (1973), dove recitò con la figlia Tatum (n. 1963), che per questo film, nel 1974, fu premiata con l'Oscar come migliore attrice non protagonista. Ma il ruolo più importante della sua carriera fu quello dell'antieroe Redmond Barry in Barry Lyndon (1975) di Stanley Kubrick. In questo film il regista riuscì a esaltare la sua recitazione scarna e asciutta per tratteggiare con grande efficacia il personaggio dell'avventuriero irlandese nell'Inghilterra del Settecento.
Altre buone interpretazioni O'N. le ha offerte in Nickelodeon (1976; Vecchia America) ancora di Bogdanovich (sempre con la figlia Tatum), nel ruolo dell'avvocato Leo Halligan che negli anni Dieci del Novecento diventa per caso regista di una troupe allo sbando; nel film di guerra A bridge too far (1977; Quell'ultimo ponte) di Richard Attenborough e nel giallo The driver (1978; Driver l'imprendibile) di Walter Hill, dove interpreta un abilissimo autista della malavita. Negli anni seguenti le sue scelte non sono state sempre felici, come nel caso di Oliver's story (1978; La storia di Oliver) di John Korty, sequel di Love story, mentre più riuscita è risultata la sua partecipazione alla commedia The main event (1979; Ma che sei tutta matta?) di Howard Zieff, di nuovo al fianco della Streisand. Negli anni Ottanta è stato protagonista di film come So fire (1981; Jeans dagli occhi rosa) di Andrew Bergman, Fever pitch (1985; La febbre del gioco) di Richard Brooks e Chances are (1989; Uno strano caso) di Emile Ardolino, ma non ha ottenuto più il successo del decennio precedente e la sua carriera si è avviata verso un precoce declino. Ha lavorato poi per la televisione e, tra i vari lavori effettuati, ha partecipato a Fathful (1996; Infedeli per sempre) di Paul Mazursky e People I know (2002) di Donald Algrant.