Ryobu shinto
In Giappone, importante formazione sincretistica shinto-buddhista. Rappresentò la sovrapposizione tra la religione tradizionale (shinto «via degli dei», termine nato per distinguerla dalla religione proveniente dall’esterno) e il buddhismo (butsudo «via del Buddha»), introdotto verso la metà del sec. 6° d.C. Quest’ultimo, privo dall’esclusivismo che caratterizza altre religioni, riconobbe in Giappone, come in altre culture dell’Asia, la validità del patrimonio religioso indigeno e si amalgamò in vari modi con le credenze shintoiste, dando luogo prima a forme di sincretismo spontaneo e poi a veri e propri sistemi teologici. Particolare importanza nello sviluppo del R.s. spetta a Kobo Daishi (773-835), che fondò la scuola Shingon («della parola vera»). Nel R.s. il rapporto tra il Buddha o i bodhisattva e le divinità del pantheon shintoista (kami) fu considerato di volta in volta in modo diverso, prevalendo la concezione che i kami fossero manifestazioni dei bodhisattva. Tale sincretismo fiorì fino alla seconda metà del 19° sec., quando si tentò di restaurare il «puro shinto», dopo la Restaurazione Meiji e sotto influenza del kokugaku. Esso è tuttavia sostanzialmente risorto dopo la fine dello «shintoismo di Stato».