s iniziale [prontuario]
Quando si trova in posizione iniziale di parola, normalmente s si pronuncia sorda [s] (➔ sibilanti) se seguita da vocale o semiconsonante (sale, seta, simbolo, sogno, sugo; siesta, suolo; ➔ semivocali) oppure se seguita da consonante sorda (scatto / squadra, sfamare, speranza, storia), mentre si pronuncia sonora [z] se seguita da consonante sonora (sbocco, sdraio, sgabello, sgelare, slancio, smontare, snervante, sradicare, sventare). A questa norma si adegua anche la pronuncia italiana di ➔ forestierismi come smog, Swatch, che nelle lingue originali avrebbero la sorda.
Oggi se s- iniziale rappresenta un prefisso tende a mantenere la sua qualità fonetica davanti ad affricata prepalatale sorda [ʧ], ovvero non subisce ➔ assimilazione in sibilante palatale sorda [ʃ]: pertanto scentrato («fuori centro, fuori asse») si pronuncerà [sʧenˈtrato] piuttosto che [ʃenˈtrato], come scervellato.
Se una parola che inizia per s + vocale è preceduta da parola che provoca ➔ raddoppiamento sintattico, la s, come qualsiasi altra consonante che non lo sia già per sua natura, si pronuncia intensa [sː]: ha sete [aˈsːete], qui sotto [kwiˈsːotːo], pioverà sempre [pjoveˈra ˈsːɛmpre], re Sole [reˈsːole], tu solo [tuˈsːolo]. Il fenomeno ha un riflesso anche grafico in alcune parole formatesi per ➔ univerbazione: chissà, lassù, quassù, sissignore, soprassedere, tressette.
I nomi maschili che iniziano per s davanti a consonante (la cosiddetta s impura) richiedono gli articoli lo e uno; quelli che iniziano per s prima di semiconsonante richiedono il e un (il suocero; un siero; i forestierismi in cui /w/ è resa con ‹w› richiedono però lo e uno: lo/uno Swatch).